CASALMAGGIORE – Denunciata per lesioni personali e minacce a incaricato di pubblico servizio una 26enne che a fine aprile ha aggredito verbalmente e fisicamente un’infermiera in servizio presso un reparto dell’ospedale Oglio Po di Casalmaggiore.
L’infermiera ha presentato querela presso gli uffici dei carabinieri di Casalmaggiore denunciando che quella sera, era il 21 aprile scorso, poco dopo le 20.00, mentre svolgeva il turno di servizio presso il suo reparto insieme a un’altra infermiera, una paziente ricoverata si è avvicinata a loro chiedendo di avere un oggetto, che le infermiere hanno deciso di non consegnarle perché tagliente e, quindi, pericoloso.
A quel punto, la donna ha iniziato a prendere a calci e pugni le pareti del reparto, insultando e minacciando le due donne in servizio nel reparto che, a fatica, sono riuscite a calmarla e a farla rientrare in stanza.
Sembrava tutto rientrato, ma quando una delle due infermiere è entrata nella stanza per consegnare la terapia quotidiana, è stata aggredita verbalmente, l’altra collega è subito intervenuta in aiuto ma ha subito le conseguenze peggiori perché, a sua volta, è stata aggredita fisicamente. Dalla ricostruzione dei fatti, sembra che la 26enne l’abbia spinta e strattonata e, dopo avere preso e bloccato una sua mano, l’ha colpita con un morso alle dita.
Le due donne sono riuscite a bloccarla, e l’infermiera ferita è andata al pronto soccorso per farsi medicare con prognosi di alcuni giorni.
Nei giorni seguenti ha presentato querela ricostruendo quanto avvenuto, al termine degli accertamenti è scattata la denuncia.
A livello nazionale i sindacati si stanno battendo contro le aggressioni ai sanitari. “La solidarietà non basta più” sottolinea la Cisl – la frequenza che ormai contraddistingue questi gesti scellerati lascia attoniti. Sono atti che vanno a colpire – come troppo spesso si è già verificato nel corso di questi ultimi anni – la figura di un medici o infermieri nell’adempimento del proprio dovere, colpendo per questo motivo la stessa collettività”.
Da qui la richiesta di un posto di polizia negli ospedali che possa tutelare gli operatori ed essere un deterrente per gli aggressori.