(Adnkronos) – L’Oréal Italia ha annunciato oggi le sei vincitrici della XXI edizione italiana del premio L’Oréal-Unesco ‘Per le donne e la scienza’ alla presenza di Anna Maria Bernini, ministro dell’Università e della Ricerca. Durante la cerimonia è intervenuta anche Eugenia Maria Roccella ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità con un messaggio video. Anche in questa edizione, sono state assegnate sei borse di studio del valore di 20.000 euro ciascuna ad altrettante ricercatrici under 35, sulla base dell’eccellenza riconosciuta ai loro progetti in tutti i campi della scienza e della tecnologia. Il bando di questa edizione ha raccolto oltre 200 candidature da tutta Italia.
La giuria, composta da un panel di illustri professori universitari ed esperti scientifici italiani e presieduta dalla Professoressa Lucia Votano, dirigente di ricerca affiliata presso l’Istituto nazionale di fisica nucleare, dopo un’attenta valutazione ha selezionato le sei ricercatrici più meritevoli per i loro progetti. Due di loro grazie a questa borsa di studio, rientreranno dopo aver dato il loro contributo presso istituti all’estero.
Eccole: Francesca Berti, progetto ‘Design innovativo di stent prodotti mediante manifatture additive per patologie cardiache congenite’, Istituto Ospitante: Politecnico di Milano, dipartimento di chimica, materiali e ingegneria chimica ‘G. Natta’; Alessandra Biancolillo, progetto ‘Resilientgrain project, Sviluppo di metodi analitici avanzati e non distruttivi per la caratterizzazione e la tracciabilità di grani antichi e popolazioni evolutive di grani e dei loro prodotti derivati’, istituto ospitante: università degli Studi dell’Aquila; Alice Borghese, progetto ‘Esplorare i magneti più potenti dell’Universo’- istituto ospitante: Istituto nazionale di astrofisica (inaf): osservatorio astronomico di Roma (oar); Gloria Delfanti, progetto ‘Terapia cellulare con cellule T Natural Killer per il trattamento delle metastasi epatiche da carcinoma colo-rettale’, istituto ospitante: ospedale San Raffaele, Divisione di immunologia trapianti e malattie infettive; Martina Fracchia progetto ‘Ossidi ad alta entropia come elettrocatalizzatori sostenibili e innovativi per la reazione di elettrolisi dell’acqua’, Istituto ospitante: università degli studi di Pavia, Dipartimento di Chimica In collaborazione con: Università degli Studi di Milano, dipartimento di chimica; Arianna Renzini, progetto ‘Svelando il fondo di onde gravitazionali: un nuovo modo di misurare e caratterizzare la popolazione di fondo di buchi neri binari con Ligo e Virgo, istituto ospitante: università Milano Bicocca.
Sin dal 1998 il programma L’Oréal-Unesco ‘For Women in Science’ si impegna per permettere a un numero sempre maggiore di scienziate di superare le barriere all’avanzamento di carriera e contribuire a risolvere le grandi sfide dei nostri tempi, a beneficio di tutti. In 25 anni il programma ha sostenuto oltre 4.100 ricercatrici di oltre 110 paesi, premiando l’eccellenza scientifica e ispirando le generazioni di giovani donne a perseguire la loro carriera. Cinque di queste scienziate, dopo aver vinto il premio L’Oréal-Unesco, sono state insignite del premio Nobel: tra loro Emmanuelle Charpentier e Jennifer Doudna, vincitrici del Nobel per la Chimica nel 2020.
Emmanuel Goulin, presidente e amministratore delegato di L’Oréal Italia, ha dichiarato: “Sono molto orgoglioso di poter premiare anche quest’anno sei giovani e brillanti ricercatrici che contribuiranno al progresso scientifico nel nostro Paese. Il Premio L’Oréal-Unesco ‘Per le donne e la scienza’, giunto quest’anno alla sua ventunesima edizione, si conferma così una delle iniziative del Gruppo più consolidate in Italia, perché il mondo ha bisogno della scienza e la scienza ha bisogno delle donne”.
L’evento di premiazione che si è tenuto oggi presso il Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano ha ospitato gli interventi di Emmanuel Goulin, presidente e ad di L’Oréal Italia, di Anna Maria Bernini, ministro dell’Università e della Ricerca, di Eugenia Maria Roccella, ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, di Enrico Vicenti, segretario generale della commissione nazionale per l’Unesco, di Ilaria Cinelli, ingegnere biomedico e membro esperto dell’ Aerospace Medical Association, di Arianna Traviglia, archeologa, Senior Researcher Ccht Ca Foscari Istituto Italiano di Tecnologia, Edwige Pezzulli, assegnista presso l’Istituto Nazionale di Astrofisica e divulgatrice scientifica. L’evento è stato moderato dalla giornalista Rai Maria Soave.
Una recente ricerca Ipsos realizzata per Save the Children e diffusa a inizio anno racconta che oltre la metà delle adolescenti italiane (54%) dice di essere interessata e incuriosita dalle materie scientifiche, ma nel 2021 solo il 22% delle giovani ha scelto un corso stem all’università, perché la maggior parte delle ragazze ritiene che le materie scientifiche siano “poco adatte” a loro. Eppure, le ragazze italiane pensano di poter dare un contributo alle sfide più importanti che la società e la scienza si troverà a dover affrontare nei prossimi anni: tra queste, quella dell’invecchiamento della popolazione (lo pensa il 34% delle adolescenti), seguita dalla produzione di energia sostenibile (31%) e infine la diminuzione delle emissioni inquinanti dei mezzi di trasporto (27%). La voglia di dare un contributo e far parte del cambiamento si legge anche tra le righe di un dato in crescita (+15.74%), quello che riguarda le immatricolazioni femminili ai corsi di informatica e tecnologie Ict. Tuttavia, il divario di genere è sempre molto presente e si radica, sin dai primi cicli di istruzione, negli stereotipi ancora oggi diffusi, che vorrebbero le ragazze poco portate verso le materie scientifiche e che bloccano sul nascere i loro talenti.
Nel ‘Gender gap report 2022’ del World Economic Forum, su 146 Stati mappati, l’Italia mantiene il 63° posto, restando al di sotto della media europea di circa 6 punti percentuali. Un dato che tiene in considerazione le differenze di genere in diversi ambiti: dalla partecipazione economica alle opportunità e al livello di istruzione, dalla salute all’empowerment politico. Le donne continuano a essere sottorappresentate, in particolare nei campi dell’ingegneria (6.6% donne versus 24.6% uomini) e nell’ict (tecnologie riguardanti i sistemi integrati di telecomunicazione, con l’1.7% di donne versus l’8.2% di uomini).
Dati negativi anche per quanto riguarda la copertura di posizioni apicali: in Italia solo il 15% di ceo sono donne. Ed è anche l’Europa in generale a far fatica ad attrarre le ragazze nell’istruzione stem e, di conseguenza, le donne nei lavori stem. Nonostante le donne superino gli uomini come studenti e laureati a livello di laurea e master, solo il 33% dei laureati in materie stem in europa è di sesso femminile e, peggio ancora, si stima che entro il 2027 le donne rappresenteranno solo il 21% dei posti di lavoro nel settore tecnologico (fonte McKinsey Company. Women in tech: the best bet to solve europe’s talent shortage – gennaio 2023).