(Adnkronos) – Uno studio italiano ha dimostrato “l’efficacia della vaccinazione di richiamo anti Covid-19 nel rafforzamento della protezione immunologica contro l’infezione da Sars-CoV2 in una popolazione di pazienti sottoposti a trapianto di rene”. Il lavoro è stato portato a termine dal Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e dall’Azienda ospedaliera ‘A. Cardarelli’ di Napoli, ed è stato pubblicato sulla rivista internazionale ‘Viruses’.
Lo studio è frutto del lavoro di ricercatori e ricercatrici di due Istituti del Consiglio nazionale delle ricerche di Napoli, l’Istituto di biochimica e biologia cellulare (Cnr-Ibbc) e l’Istituto di genetica e biofisica (Cnr-Igb), entrambi afferenti al Dipartimento di scienze biomediche dell’Ente e dell’Uoc Medicina 1 del Cardarelli. Il team ha dimostrato “che le dosi booster somministrate a soggetti con un importante stato di immunosoppressione farmacologica in seguito a trapianto di reni hanno favorito una buona risposta immunologica al virus Sars-CoV-2, sia nei confronti del ceppo virale originario Wuhan che della varante Omicron, in termini di produzione di anticorpi neutralizzanti e di risposta cellulare mediata dai linfociti T”.
“Nonostante lo stato di emergenza a livello globale sia ormai terminato, anche grazie al successo delle campagne di vaccinazione, resta alta l’attenzione sanitaria nei confronti dei pazienti con fragilità, quali pazienti oncologici, trapiantati o immunosoppressi, solo per citarne alcuni, in quanto maggiormente esposti al rischio di infezione da Sars-CoV-2: è qui che si inquadra il nostro studio, che ha riunito competenze di immunologia e biologia cellulare”, spiega Carmen Gianfrani (Cnr-Ibbc).
La sperimentazione ha coinvolto soggetti sottoposti a trapianto di rene e volontari sani reclutati dal Cardarelli, sottoposti a un prelievo di sangue a vari tempi dopo la seconda e terza dose di richiamo del vaccino a mRna. “Le cellule del sangue sono state analizzate per la reattività immunologica ad un’ampia libreria peptidica della proteina Spike sia wild-type che del ceppo Omicron”, aggiunge Giovanna Del Pozzo (Cnr-Igb), co-coordinatrice assieme a Gianfrani della sperimentazione svolta al Cnr. “Sia nei pazienti sani che nei pazienti trapiantati abbiamo rilevato, a seguito alla terza vaccinazione, una robusta espansione ed attivazione dei linfociti antivirali specifici, con produzione di interferone-gamma contestualmente con l’incremento del titolo anticorpale anti-Spike – chiarisce – Sebbene l’intensità della reattività immunologica nei confronti della variante Omicron sia risultata minore rispetto al ceppo originario di Wuhan, lo studio dimostra l’efficacia della dose booster nell’indurre una protezione anti-virale specifica”.
Lo studio dimostra anche l’importanza di una sinergia a livello territoriale tra istituti del Cnr impegnati nella ricerca biomedica e strutture ospedaliere, al fine di fornire un supporto scientifico alle istituzioni nazionali deputate a prevenire eventuali infezioni virali emergenti o a pianificare nuove campagne vaccinali, per la tutela della salute del singolo individuo e della collettività.