(Adnkronos) – Vladimir Putin cancella Evgheny Prigozhin e grazia la Wagner dopo la rivolta che si è fermata a 200 km da Mosca. Il leader dei mercenari, segnalato in Bielorussia da alcuni media, prova ad archiviare la parola golpe e parla di “marcia per la giustizia” dal suo ‘esilio’, con ogni probabilità a Minsk, dove è stato accolto dal presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko.
Il presidente della Russia, con un discorso televisivo alla nazione, prova a riprendere il centro della scena dopo un weekend ad altissima tensione. “C’è stata la massima unità della società”, dice Putin nel messaggio di circa 5 minuti, trasmesso prima di una riunione con i vertici della sicurezza nazionale, compreso il ministro della Difesa Sergei Shoigu. Il leader del Cremlino evidenzia la compattezza del paese, la risposta unanime della società alla minaccia.
“Un’insurrezione armata sarebbe stata stroncata in ogni caso”, dice Putin evidenziando che sin dall’inizio sono state adottate le misure necessarie per contrastare l’ammutinamento. “Gli organizzatori della rivolta hanno tradito il paese, il popolo e anche coloro che hanno trascinato nel crimine. Volevano un fratricidio, volevano che i soldati russi si uccidessero a vicenda, volevano che soldati e civili morissero”, dice Putin, senza mai nominare Prigozhin, che rimane formalmente oggetto di un procedimento penale. La sua posizione, dopo il discorso di Putin, appare nettamente diversa rispetto a quella dei suoi uomini. Il presidente spende parole per “la stragrande maggioranza dei combattenti e dei comandanti del gruppo Wagner” che “sono anche patrioti della Russia, devoti al loro popolo e allo Stato”. Altri “hanno cercato di usarli in modo oscuro contro i loro fratelli in armi”.
La Wagner, lascia intendere Putin, in Russia sarà sciolta o cambierà radicalmente volto. “Ringrazio i soldati e i comandanti del Gruppo Wagner che hanno preso l’unica decisione giusta: non sono andati incontro a uno spargimento di sangue fratricida, si sono fermati in extremis. Oggi avete l’opportunità di continuare a servire la Russia firmando un contratto con il ministero della Difesa o con altre agenzie di sicurezza, oppure di tornare dai vostri cari. Chi vuole può anche andare in Bielorussia. La mia promessa sarà mantenuta”, chiarisce il presidente.
In Bielorussia, secondo le news di alcuni media, si trova Prigozhin. Il leader dei mercenari rompe il silenzio dopo quasi 2 giorni e lo fa con un audio di 11 minuti diffuso su Telegram. Il capo della Wagner parla qualche ora prima del discorso televisivo di Putin. Il suo tentativo di ridefinire l’azione iniziata sabato, a giudicare dal messaggio che arriva poi dal Cremlino, non funziona. “E’ stata una marcia per la giustizia, per protestare contro la decisione di eliminare Wagner dal primo luglio 2023, frutto di intrighi e decisioni sbagliate”, dice Prigozhin. Se l’obiettivo era preservare l’autonomia e il business della Wagner, la missione è fallita: l’organizzazione, come fa capire Putin, sarà sostanzialmente smantellata. Prigozhin rivendica il merito di aver fatto ”marcia indietro” e di aver fermato l’avanzata dei suoi uomini a duecento chilometri da Mosca ”per evitare uno spargimento di sangue”. La marcia dei miliziani verso la capitale ”ha dimostrato che ci sono problemi seri di sicurezza su tutto il territorio della Russia”, dice ancora. ”Ci siamo fermati quando abbiamo sufficientemente dimostrato quello che avevamo intenzione di fare”. E ha quindi accusato il ministero della Difesa russo di aver preso di mira le sue truppe con il fuoco dell’artiglieria, dicendo che quello è stato il “momento decisivo per noi di andarcene immediatamente”.