MANTOVA – Era il tardo pomeriggio di domenica 16 luglio quando la Polizia Locale di Mantova interveniva in viale Mincio per la caduta di un motociclista. Iniziano, come di consueto, le fasi di rilievo del sinistro, durante le quali una persona, giunta in bicicletta, riferisce di avere assistito al fatto e, secondo lei, il motociclista sarebbe caduto da solo.
Quest’ultimo, seppur stordito dalla caduta, e poi trasportato in ospedale – da dove veniva dimesso con una prognosi di 20 giorni, ha però avuto la sensazione di essere stato urtato da dietro da un veicolo.
A quel punto gli agenti, intuendo che qualcosa non torna, decidono di approfondire le indagini ed in particolare su quanto raccontato dal sedicente testimone. Viene a quel punto interpellato il Nucleo di Infortunistica Stradale del Comando: grazie alle telecamere presenti in zona gli agenti notano la macchina intestata al sedicente testimone che, diversamente da quanto dichiarato, precedeva la moto poco prima dello scontro.
Grazie alle tempestive ricerche, la macchina veniva individuata in una carrozzeria il
pomeriggio seguente, già portata dal suo proprietario per effettuare, con una certa fretta,
la riparazione del danno sulla parte tre quarti posteriore.
Per gli investigatori di viale Fiume non vi erano più dubbi: il sedicente testimone,
chiamato in viale Fiume, messo davanti alle prove schiaccianti raccolte, veniva indagato:
per lui, ritenuto innocente fino alla conclusione del giudizio, scattava una denuncia alla
Procura Della Repubblica di Mantova e l’immediato ritiro della patente di guida.
Il Codice Della Strada prevede pene molto severe in questi casi: per essere fuggiti dopo
un incidente è prevista la pena della reclusione da 6 mesi a 3 anni e per l’omissione di
soccorso da 1 a 3 anni, inoltre è prevista la sospensione della patente di guida da 1 a 3
anni per il reato di fuga e da 1 anno e 6 mesi a 5 anni per quello di omissione di soccorso.