“Quello in carica fa perno su una alleanza tra popolari – in Italia li definiremmo moderati di centrodestra -, socialisti e liberali di centrosinistra – spiega Meloni -. Un’alleanza che dalle nostre parti potrebbe ricordare l’esperienza non proprio felicissima dei governi di larghissime intese. Con un’aggravante però: la timidezza della parte moderata ha lasciato campo libero a un’agenda politica in cui il rosso e il verde hanno preso il sopravvento, almeno fino a pochi mesi fa. E’ per questo che abbiamo il dovere di provare a cambiare. E, come in Italia, governi sorretti da maggioranze così eterogenee, costretti a tenere insieme con il bilancino interessi in natura inconciliabili, finiscono per produrre politiche poco coraggiose, prive di visione. E senza visione, senza politica, si crea un vuoto che è riempito dalla burocrazia, i famigerati euroburocrati”.
Per il premier si esce da questa situazione “con la politica. Finora i conservatori sono stati tenuti ai margini, ma il fatto che il terzo Stato europeo per importanza sia oggi a guida dei conservatori è un fatto rilevante per l’intera Unione, e smontando con i fatti la narrazione del «pericolo» che il mainstream ha alimentato in questi anni si può innescare un percorso nuovo”.
“Io credo che, al posto di maggioranze troppo eterogenee, sarebbe bene avere anche in Europa un sano bipolarismo, che consenta a una nuova maggioranza di poter indicare una strada chiara in una fase storica decisiva per l’Europa”, prosegue Meloni.
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(ITALPRESS).