(Adnkronos) – “Nei confronti dei pazienti credo che dobbiamo fare un passo avanti per ascoltarli considerando la loro prospettiva – dalla ricerca all’assistenza – come uno degli snodi, degli elementi informativi, quando si tratta di prendere una decisione. La sfida per tutti noi è procedere all’implementazione veloce, nel nostro Paese, di quanto previsto nel Manifesto dell’Irc in un’ottica di collaborazione con tutti gli attori del sistema salute che lavorano, nel rispetto di competenze e funzioni, con l’obiettivo comune di migliorare la vita dei pazienti con malattie respiratorie”. Così Barbara Grassi, vice presidente, direttore medico e scientifico, Gsk Italia, intervenendo all’evento ‘Una nuova coalizione per la salute respiratoria – L’International Respiratory Coalition (Irc) si presenta in Italia’, che si è svolto a Milano a margine del Congresso europeo di pneumologia che si conclude oggi.
All’incontro è stato illustrato il documento ‘A Manifesto for Better Respiratory Healthcare’, pubblicato di recente dall’Irc, che testimonia l’impegno di portare all’attenzione della società civile e delle istituzioni le problematiche legate alla salute respiratoria. L’Irc, infatti, è una coalizione di operatori sanitari, pazienti e partner del settore, guidata dalla European Respiratory Society (Ers), nata con il duplice obiettivo di promuovere la salute polmonare e migliorare le cure respiratorie nella realtà di ogni singolo Paese, a partire dalle best practice.
“Nei simposi del Congresso Ers – osserva Grassi – ho avuto molta soddisfazione nel vedere la prospettiva del clinico e del paziente insieme. Abbiamo fatto molti passi avanti, altri ne dobbiamo fare. Vorrei però sottolineare che non tutti i pazienti hanno accesso alla diagnosi tempestiva. Questo ritardo nella gestione della patologia in senso lato – aggiunge il direttore medico Gsk – ha un importante impatto sulla qualità di vita, prima di tutto, sull’efficacia del trattamento e, in ultima analisi, sulla prognosi”.
Sulla gestione della patologia, “all’Ers – sottolinea Grassi – sono presenti numerose linee guida create sulla base delle recenti evidenze, ma c’è molta variabilità nella loro applicazione. Questo non significa che tutti debbano ottenere lo stesso trattamento. Secondo le linee guida più recenti – rimarca – il paziente va trattato nella sua individualità. C’è la malattia respiratoria, ma è nel singolo paziente, che può avere altre patologie. Torna l’ottica del sistema, della gestione integrata del paziente, da parte degli specialisti, per curarlo nella sua totalità. La malattia respiratoria può essere principale, ma spesso – riflette la vice presidente Gsk – si accompagna ad altro. La gestione olistica del paziente – che significa attenzione alla prevenzione, ai fattori di rischio e vaccinazione – comprende anche ottimizzazione del trattamento”.
Ci sono tanti trattamenti disponibili, “ma non sono tutti usati in modo adeguato – ribadisce Grassi – anche se possono ridurre il danno d’organo e le complicanze. Nelle malattie respiratorie non aspiriamo solo al controllo dei sintomi, ma come per le malattie cardiocircolatorie, puntiamo alla riduzione della mortalità e delle complicanze”. In questo contesto, conclude, “la tecnologia può essere utilizzata sia in ricerca e sviluppo, ma anche nella gestione del paziente, con la telemedicina, e per la sintesi di nuovi farmaci per colmare i bisogni insoddisfatti che ancora ci sono”.
L’Irc – che desidera catalizzare quanto appreso durante la pandemia per guidare il cambiamento nei sistemi sanitari a livello globale – in Italia collabora attivamente con la Società italiana di pneumologia (Sip/Irs) e l’Associazione italiana pneumologi ospedalieri (Aipo) per affrontare le sfide nazionali legate alle patologie respiratorie che attualmente – è stato ricordato durante l’evento – rappresentano la causa di morte per oltre 50mila persone ogni anno e generano costi pari a 45,7 miliardi di euro.