(Adnkronos) – Non si placa la tensione tra Berlino e Roma sulle navi ong impegnate nel salvataggio di migranti in mare. Anzi, sembra crescere a dismisura. Tanto da congelare il negoziato, in corso a Bruxelles, sul testo del regolamento sulla gestione delle crisi migratorie. Sul tavolo, come noto, l’ultimo atto legislativo del cosiddetto “patto sulle migrazioni e l’asilo”, cioè la riforma delle regole europee su migrazioni e rifugiati. Si tratta di un regolamento che per la prima volta riconosce e rende concreto l’obbligo di solidarietà cui sono tenuti gli Stati membri nei confronti dei paesi di primo arrivo dei migranti.
“Ma mentre eravamo impegnati in questa non facile opera di mediazione – riferiscono fonti di governo all’Adnkronos – abbiamo ricevuto la notizia che ben sette navi Ong erano nel Mediterraneo centrale, e tra queste quattro navi battenti bandiera tedesca erano dirette in direzione di porti italiani”. Il telefono tra Bruxelles e Roma diventa rovente. “A questo punto l’Italia ha fatto notare a tutti i livelli questa circostanza inaccettabile – rimarcano le stesse fonti impegnate sul dossier migranti -. Abbiamo così proposto un altro emendamento che dice che i migranti trasportati su navi Ong devono automaticamente essere accolti dal paese di bandiera della nave. Cioè se la Germania è solidale con il lavoro delle Ong va benissimo, purché accolga anche i migranti trasportati”. Il negoziato resta in stand by: la riunione viene rinviata.
Il regolamento in questione -che tornerà domani sul tavolo dell’Euro Med9 di Malta- era stato discusso già a luglio e l’approvazione era stata bloccata da un gruppo di paesi, tra questi la Germania. Il Parlamento europeo nei giorni scorsi aveva deciso di bloccare temporaneamente la discussione su altri due regolamenti del patto migratorio, proprio per fare pressione sulla Germania e sugli altri paesi membri che stavano bloccando il negoziato. All’improvviso ieri sera i partiti della coalizione al governo in Germania sembravano aver trovato un accordo per sbloccare il regolamento, un accordo che sarebbe arrivato sul tavolo di Bruxelles sotto forma di emendamenti.
Questa mattina la presidenza spagnola ha cosi fatto circolare il testo degli emendamenti e poi, “con una procedura assolutamente inusuale – riferiscono le stesse fonti – ha fatto sapere che i ministri dell’interno che erano riuniti oggi stesso per il Consiglio giustizia e affari interni avrebbero dovuto dare luce verde sul piano politico al nuovo testo prima della fine della giornata. Nonostante il regolamento fosse stato bloccato, non dall’Italia e non certo da qualche giorno ma da due mesi”.
Ma gli emendamenti proposti dai tedeschi trovano il muro dell’Italia. In particolare, all’articolo 1 del regolamento Berlino vorrebbe vedere inserito un paragrafo nel quale in qualche modo si legittima l’attività degli attori non statali -incluse dunque le Ong- senza disciplinare il relativo modus operandi, che finisce per gravare sulle Nazioni di primo approdo, tra queste l’Italia. “Si tratta di quegli stessi enti a favore dei quali la Germania nei giorni scorsi ha stanziato fondi dal bilancio federale affinché effettuino attività di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo centrale, a ridosso delle acque territoriali libiche o tunisine e trasportino poi sempre e solo in Italia i migranti raccolti”, viene rimarcato.
Per cercare una soluzione che consentisse di andare avanti con uno strumento, il patto migrazioni – che per quanto non risolutivo per l’Italia rappresenta comunque un miglioramento della situazione attuale – Roma ha chiesto di avere più tempo per poter analizzare con attenzione le possibili soluzioni. Sul tavolo però è piombata la notizia delle 4 navi di ong tedesche dirette verso porti italiani. Da qui la levata di scudi del governo, che ha fatto arenare il negoziato.