MANTOVA – Un protocollo d’intesa tra la Società Italiana di Chirurgia Toracica e l’omologa società scientifica cinese, che avrebbe come punto di riferimento il Carlo Poma. Ambasciatore di questa iniziativa il direttore della struttura di Chirurgia Toracica di ASST Mantova e presidente della Società Italiana di Chirurgia Toracica Giovanni Muriana, che ha partecipato in qualità di relatore al 2019 Beijing International Forum of Thoracic Surgery, il quarto forum italo-cinese sulla chirurgia toracica mininvasiva.
Il convegno si è tenuto dal 25 al 28 luglio a Pechino ed è stata un’occasione di confronto tra specialisti provenienti da tutto il mondo. A rappresentare l’Italia, oltre a Muriana, tre colleghi di Ancona, Milano (Niguarda) e Padova. L’intervento del chirurgo del Poma, che ha anche un incarico di docenza alla Scuola di Specializzazione in Chirurgia Toracica dell’Università Vita e Salute San Raffaele, si è concentrato sul tema delle metastasi polmonari.
Ambito molto significativo per l’esperienza mantovana, perché proprio i professionisti del Poma nel 2009, sotto la guida del primario Muriana, hanno dato vita al primo Registro Nazionale delle metastasi polmonari, attualmente in carico dalla Società Italiana di Chirurgia Toracica. In 10 anni, il registro ha raccolto 1.800 casi di pazienti provenienti da 40 centri di chirurgia toracica.
“Un progetto molto significativo – spiega Giovanni Muriana – perché ci ha permesso di stabilire linee guida e criteri standardizzati per affrontare i trattamenti delle metastasi polmonari, attraverso un approccio multidisciplinare, che vede la discussione collegiale dei casi da parte di chirurgo, oncologo, radioterapista, radiologo. I colleghi cinesi sono rimasti molto colpiti da questa esperienza, che vorrebbero replicare. Noi abbiamo competenze e metodo, loro si distinguono per la numerosità impressionante della casistica e per l’altissima tecnologia a disposizione”. Durante l’evento si sono gettate le basi per una collaborazione tra i due Paesi, che potrebbe essere molto strategica. “Avremo la possibilità – continua il medico del Poma – di scambiarci vicendevolmente competenze e professionisti. Sarebbe altamente qualificante per i nostri giovani medici trascorrere un periodo formativo al Peking Union Medical College Hospital, soprattutto per il numero di casi a cui assisterebbero anche durante un breve lasso di tempo. Si parla di 70 interventi al giorno, quando a Mantova ne operiamo circa 400 in un anno. L’ospedale pechinese ha un bacino d’utenza pari al territorio complessivo di diverse nostre regioni del nord”.