Nell’attacco terroristico avvenuto lunedì sera a Bruxelles “uno degli elementi decisivi è che la persona che lo ha effettuato era una persona che proveniva dall’immigrazione illegale”. Lo dice il premier belga Alexander De Croo, dichiarando alla stampa a Bruxelles a fianco del premier svedese Ulf Kristersson e della presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. “E’ una cosa che dobbiamo affrontare e l’unico modo per farlo è farlo in modo coordinato”, aggiunge.
Gli Stati membri dell’Ue hanno bisogno di “più strumenti” per rimpatriare chi richiede asilo e non lo ottiene, perché non ne ha diritto. Per questo, occorrono “più accordi di rimpatrio” con i Paesi di origine, senza i quali è impossibile rimpatriare le persone. L’Ue “non è seconda a nessuno per gli aiuti al nostro vicinato”, ma questi aiuti non possono essere “senza condizioni”, sottolinea quindi il premier De Croo.
“Noi non rinunciamo ai nostri valori. Essere fermi sulla democrazia, l’apertura e la libertà richiede di essere fermi sulla sicurezza. Bisogna alzare le misure di sicurezza per proteggere le società libere e democratiche. E dobbiamo poter proteggere i nostri confini, sapendo chi è presente legalmente e chi illegalmente”, ha detto quindi il premier svedese Ulf Kristersson, a fianco del primo ministro belga e della presidente della Commissione Europa Ursula von der Leyen.
Le due vittime dell’attacco terroristico perpetrato da un cittadino tunisino nella serata di lunedì 16 ottobre a Bruxelles, nella zona del Canale, vicino a Molenbeek, erano cittadini svedesi, presi di mira dall’attentatore, che ha usato un’arma lunga, probabilmente perché indossavano la maglia gialloblù (erano venuti nella capitale belga a vedere una partita della Nazionale di calcio).
“Troppo spesso ciascuno Stato membro, da solo, inizia a negoziare con i Paesi di origine e di transito” accordi di rimpatrio, mentre “come Unione Europea abbiamo molto più leverage”. In cambio degli investimenti che l’Ue è pronta a fare, “i Paesi di origine e di transito devono assumersi la responsabilità dei loro cittadini, il che significa che se li devono riprendere”, quando non hanno diritto di asilo nell’Ue, ha poi detto la presidente della Commissione Europea von der Leyen in conferenza stampa. “La terza cosa sulla quale dobbiamo lavorare – aggiunge – è il lato operativo: servono molte più operazioni congiunte, per esempio attraverso Frontex, che è uno strumento comune europeo”.
Abdesalem L., 45enne tunisino autore dell’attacco, era stato condannato in Svezia nel 2012 per fatti di droga: l’uomo era stato arrestato a Malmo nel settembre 2012 per presunto traffico di droga. Successivamente era stato condannato ad una pena di due anni e due mesi di reclusione per possesso di 100 grammi di cocaina e aveva dovuto lasciare il paese. Una somma pari a 38mila corone svedesi, oltre 3300 Euro, gli era stata inoltre confiscata. A darne notizia è stata l’emittente svedese SVT Nyheter citata oggi dai media belgi. Secondo una persona vicina ad Abbdesalem L. che l’emittente ha incontrato, pur essendo profondamente religioso, l’uomo non era radicalizzato. Nel novembre 2019 aveva chiesto asilo in Belgio ma la sua richiesta era stata respinta. Da allora si era reso irrintracciabile.