MANTOVA – Aziende in prima linea contro il coronavirus. In tutta Italia si moltiplicano le ditte che decidono di riconvertire la loro produzione per fornire elementi necessari a sostegno alla lotta contro il virus. Le case di moda sono state tra le prime a darsi da fare. E, tra queste, Corneliani ha dato la propria disponibilità per produrre nei suoi stabilimenti in Slovacchia un milione di mascherine e camici protettivi monouso per l’ospedale Carlo Poma e altri ospedali italiani.
Intanto anche Gucci ha risposto all’appello della Regione Toscana per la produzione di mascherine e camici per il personale sanitario.. Sono oltre 1.100.000 le mascherine chirurgiche e 55.000 i camici che saranno donati nei prossimi giorni, previa autorizzazione delle autorità competenti. Lo stesso di casi di Prada, Fendi, Scervino, Calzedonia Ferragamo, Celine, Richemont e Valentino.
Il Gruppo Armani ha comunicato due giorni fa la conversione di tutti i suoi stabilimenti produttivi italiani nella produzione di camici monouso destinati alla protezione individuale degli operatori sanitari impegnati a fronteggiare il coronavirus. Nelle scorse settimane, a seguito dell’iniziale donazione stanziata a favore della Protezione Civile e degli ospedali Luigi Sacco, San Raffaele, Istituto dei Tumori di Milano e dello Spallanzani di Roma, Giorgio Armani ha deciso di dare il suo contributo anche all’ospedale di Bergamo, a quello di Piacenza e a quello della Versilia, arrivando così a una donazione complessiva di 2 milioni di euro.