(Adnkronos) – Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha espresso una cauta speranza per un accordo che garantisca il rilascio di altri ostaggi detenuti dal gruppo islamista Hamas, trattenuti da più di un mese dopo l’attacco di ottobre. Intanto Hezbollah ha rivendicato il lancio di un missile anticarro contro l’Alta Galilea, riferiscono i media israeliani, secondo cui sono sei i civili rimasti feriti a Metula, al confine con il Libano.
C’è anche un bambino di tre anni tra i nove cittadini americani che sono tenuti in ostaggio nella Striscia di Gaza dallo scorso 7 ottobre., fa sapere la Casa Bianca, spiegando che gli Stati Uniti restano impegnati nei ”negoziati in corso” per il rilascio degli ostaggi. I genitori del bambino americano rapito, aggiunge la Casa Bianca, sono stati uccisi durante l’assalto.
Il presidente americano Joe Biden ha avuto un colloquio telefonico con l’emiro del Qatar sulla guerra in corso tra Hamas e Israele, affrontando anche la crisi degli ostaggi. Lo rende noto la Casa Bianca, sottolineando che ”i due leader hanno condiviso che gli ostaggi debbano essere rilasciati senza ulteriori rinvii”. Durante il colloquio, Biden ha ribadito ”la sua visione per un futuro Stato palestinese dove gli israeliani e i palestinesi possano vivere fianco a fianco con uguale dignità e stabilità”. In questa ottica, ha aggiunto Biden, ”Hamas non può più rappresentare un ostacolo”.
Le dichiarazioni di Netanyahu sono giunte mentre sono continuati i pesanti combattimenti a Gaza, con le violenze nei pressi del principale ospedale della Striscia che aumentano i timori per la sorte del personale e dei pazienti, mentre le scorte di carburante in rapido esaurimento aumentano la crisi umanitaria tra i civili palestinesi “Potrebbe esserci” un accordo, ma penso che meno ne parlo, più aumentano le possibilità che si concretizzi”, ha dichiarato Netanyahu in un’intervista rilasciata alla NBC. Se un accordo verrà raggiunto, sarà solo il risultato della pressione militare, ha aggiunto. “È l’unica cosa che potrebbe creare un accordo”.
Per Netanyahu è stata solo l’offensiva di terra dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza controllata da Hamas a creare un movimento nei negoziati. “Se un accordo è disponibile, beh, ne parleremo quando ci sarà. Lo annunceremo se sarà raggiunto”. La NBC e altri media statunitensi hanno riferito, citando fonti governative, che si è discusso del fatto che Hamas potrebbe rilasciare circa 80 donne e bambini in cambio di donne e adolescenti palestinesi detenuti in Israele.
Non ci sono state conferme ufficiali in merito. Netanyahu non è entrato nei dettagli di un potenziale accordo. Il consigliere per la sicurezza nazionale del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, Jake Sullivan, ha dichiarato alla Abc che i negoziati sono in corso, con il Qatar coinvolto e il governo statunitense attivamente impegnato. “Ci sono sforzi per garantire un accordo che comporti il rilascio degli ostaggi”, ha detto Sullivan, aggiungendo che Biden non si fermerà finché non sarà raggiunto un tale accordo. “Devo stare attento a ciò che dico pubblicamente su questo argomento perché si tratta ovviamente di un negoziato delicato e sensibile”, ha detto Sullivan. Secondo Israele, Hamas tiene ancora 239 ostaggi.
Le dichiarazioni sono giunte mentre continuano i pesanti combattimenti a Gaza, con le violenze nei pressi del principale ospedale della Striscia che aumentano i timori per la sorte del personale e dei pazienti, mentre le scorte di carburante in rapido esaurimento aumentano la crisi umanitaria tra i civili palestinesi.
Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) affermano che Hamas ha un centro di controllo sotterraneo vicino ad al-Shifa e sta usando l’ospedale come scudo. Molti temono che l’edificio possa essere presto l’obiettivo di un grande attacco. Secondo i testimoni, circa 10.000 persone sono ancora nell’ospedale, tra cui alcuni feriti troppo gravi per essere spostati. Il direttore di Al-Shifa, Mohammad Abu Salamia, ha dichiarato che 40 bambini in condizioni critiche potrebbero morire da un momento all’altro. Salamia ha anche smentito le dichiarazioni israeliane secondo cui il suo ospedale avrebbe rifiutato la fornitura di carburante su pressione di Hamas, definendo le affermazioni una “menzogna e diffamazione”.
La sua risposta è arrivata dopo che il ministero degli Esteri israeliano ha riferito che Hamas, che governa Gaza, ha impedito all’ospedale di utilizzare 300 litri di carburante che i soldati israeliani avevano messo in contenitori vicino all’ospedale sabato sera. Salamia non ha negato le notizie sui container, ma ha detto che la quantità non sarebbe stata sufficiente a far funzionare i generatori dell’ospedale per “quindici minuti”. Ha detto che la sua squadra temeva di essere colpita se avesse lasciato l’ospedale per prendere i container. Se Israele avesse voluto davvero fornire carburante, avrebbe potuto inviarlo in collaborazione con la Croce Rossa o con un’altra organizzazione internazionale, ha detto.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) afferma che le condizioni dell’ospedale sono catastrofiche, con cure a malapena possibili a causa dei combattimenti nelle vicinanze e della mancanza di carburante. In precedenza, l’OMS ha perso i contatti con il personale di al-Shifa. Negli ultimi due giorni l’ospedale di Gaza City sarebbe stato “attaccato più volte, causando diversi morti e molti altri feriti”, ha dichiarato l’organizzazione. Testimoni hanno visto carri armati circondare l’ospedale, ha dichiarato l’OMS.
Tutti gli ospedali di Gaza sono in difficoltà e i video e le foto condivisi online mostrano decine di uomini, donne e bambini feriti che giacciono sul pavimento di corridoi affollati, in attesa di cure. L’esercito israeliano afferma di non aver preso deliberatamente di mira la struttura sanitaria, ma di essere alla ricerca di militanti.
Un portavoce delle forze armate israeliane ha annunciato che è stato portato a termine un attacco aereo, con jet da combattimento e altri velivoli, contro diversi obiettivi appartenenti a Hezbollah, la milizia sciita attiva nel sud del Libano, informa il quotidiano Haaretz. Tra gli obiettivi, una struttura militare che conteneva un deposito di armi e munizioni.
Israele “cambierà la situazione della sicurezza nel nord” del Paese, dove imperversano gli attacchi di Hezbollah e delle fazioni palestinesi sue alleate, ha avvertito il portavoce delle Forze di difesa israeliane Daniel Hagar, secondo il Times of Israel. “Non rimarrà una situazione tale per cui i residenti del nord di Israele non si sentono al sicuro ritornando nelle loro case”, ha detto. “I cittadini del Libano pagheranno il prezzo di questa situazione di illegalità e della decisione di Hezbollah di essere un protettore dell’Isis”, ha aggiunto Hagari, riferendosi ad Hamas come organizzazione jihadista.