(Adnkronos) – “Esistono due strade per gli eredi di vittime di eventi di questo tipo: chiedere il risarcimento danni nell’ambito del processo penale o direttamente con una causa civile”. Lo dice all’Adnkronos l’avvocato Guido Camera, presidente di ‘ItaliaStatodidiritto’, interpellato, dopo la morte di una donna stamattina a Roma per la caduta di un albero, su quali siano le possibilità per la richiesta di risarcimento.
Nel primo caso “ci si costituisce parte civile, si nomina un difensore per esercitare il risarcimento danni nel processo penale. Si chiede al giudice non solo di irrogare una condanna penale ma di condannare l’imputato o gli imputati al risarcimento dei danni – spiega – La parte civile ha la possibilità di chiedere nel processo penale la citazione del responsabile civile, la citazione di un soggetto diverso dall’imputato che è tenuto per legge a risarcire, in solido con gli imputati, i danni, che potrebbe essere in questo caso il Comune”, ipotizza il legale.
Quanto all’altra ipotesi, “gli eredi hanno la possibilità di iniziare direttamente una causa civile senza aspettare l’esito del procedimento penale. E’ ovvio – ragiona l’avvocato – che siccome le indagini consentono mezzi di ricostruzione del fatto e di raccolta delle prove più invasivi, offrono più strumenti quindi generalmente, come accade sempre nei casi di responsabilità colposa come la responsabilità medica o in incidenti stradali, se ci sono morti o feriti gravi di solito si esercita l’azione civile davanti al giudice penale”. Ma “non c’è nessun divieto a esercitare direttamente l’azione civile davanti al giudice civile senza considerare gli sviluppi che avrà la causa penale, sta alla decisione del singolo”.
Sulle possibilità di accoglimento della richiesta “bisogna vedere se ci sono condotte omissive da parte dei soggetti che avevano il dovere di intervenire e quindi di esercitare quella posizione di garanzia della collettività rispetto a situazioni di pericolo. Mi sembra che nella zona già si lamentassero rispetto ai mancati interventi di potatura degli alberi. Questo è il discrimine – chiarisce Camera – nel momento in cui esiste una situazione di evidente pericolo e c’è un’assenza o un ritardo nell’intervento e quindi quella fonte di pericolo diventa un fattore di rischio e si alza la soglia di concreta messa in discussione dei diritti delle persone è evidente che c’è una responsabilità, non volontaria ma involontaria, la cosiddetta negligenza. Immagino che in questa fase dagli accertamenti della procura i danneggiati cercheranno di capire già da lì se emergono elementi che consentono di dimostrare che la situazione di pericolo era evidente ed era stata anche segnalata e che chi aveva il dovere di intervenire non l’ha fatto”
“E’ un problema di Roma ma non solo. Nelle città c’è sempre un aumento delle situazioni di pericolo: il verde è una, la circolazione stradale un’altra. Il vero tema è capire dal punto di vista penale chi è effettivamente responsabile senza sparare nel mucchio, bisogna fare un’indagine accurata per capire i vari livelli di responsabilità politica e amministrativa, cosa sapevano e cosa non hanno fatto. Dal punto di vista civile – conclude il presidente di ‘ItaliaStatodidiritto’ – esiste un soggetto per legge che è deputato a rispondere al risarcimento dei danni e se ci sono responsabilità, che è l’ente locale, cioè il Comune”.