Lotta al caporalato: 29 cittadini stranieri inseriti nel mondo del lavoro grazie al protocollo IDOL

MANTOVA – Sono 29 i cittadini stranieri che hanno trovato un’occupazione regolare usufruendo del protocollo Idol, nell’ambito del progetto Multitasking 2.0 che vede come capofila la Prefettura di Mantova e l’Associazione Lule in qualità di partner. Una sinergia che ha portato al rafforzamento dello Sportello Unico per l’immigrazione, alla formazione di operatori pubblici, del privato e del sociale, oltre al contrasto  dello sfruttamento lavorativo. In questo progetto sono stati coinvolti diversi soggetti: Provincia di Mantova, Centri per l’impiego, Ispettorato del lavoro, forze dell’ordine, le associazioni di categoria (in paticolare quelle del settore agricolo), e i sindacati.

“Questo è il frutto di un lavoro – ha speigato il Prefetto Gerlando Iorio – nato un anno fa quando chiesi di individuare delle azioni che nell’ambito della lotta al caporalato e all’inserimento lavorativo dei cittadini estracomunitari soprattutto richiedenti asilo, potessero soddisfare l’esigenza di trovare forza lavoro per le attività imprenditoriali del territorio, in particolare quelle agricole”.

Dai dati emersi nel convegno di questa mattina al Mamu è emerso come il territorio mantovano sia tra i più virtusoi in termini di accoglienza di cittadini stranieri (13,5%). Questo progetto ha consentito a 113 cittadini stranieri di recarsi allo sportello informativo diffuso sul territorio (Mantova, Suzzara, Castiglione delle Stiviere). Centri dove i richiedenti hanno avuto un’assistenza legale in merito alle procedure legate all’immigrazione. In 29 hanno aderito al protoccolo e quindi pronti per essere introdotti nel mondo del lavoro. “Numeri importanti – ha commentato il Prefetto – Praticamente il doppio rispetto a quelli previsti inizialmente. Un percorso che ha registrato delle criticità per lo più burocratiche. Per esempio sarebbe opportuno trovare in sinergia con la Questura una corsia preferenziale ai richiedenti asilo, per avere il permesso di soggiorno e quindi poter lavorare. Inoltre – conclude Iorio – il perchè, di fronte ad un’elevata richiesta di forza lavoro, la ricaduta sia davvero limitata”.

Ha chiuso la serie degli interventi Sanaa Omari, mediatrice linguistico culturale di Lule, di origini marocchine, da 32 anni in Italia, che ha invitato il pubblico a ricordare sempre come ogni cittadino straniero porti con sé radici, motivazioni e aspettative, raccontando del lavoro di outreach nei luoghi frequentati dalla popolazione immigrata e di quanto sia importante per chi arriva trovare qualcuno con cui potersi capire e da cui imparare come muoversi per veder rispettati i propri diritti. Nell’ambito di Multitasking 2.0 il ruolo dei mediatori linguistico-culturali è risultato davvero centrale, come è emerso da più di un intervento ascoltato in mattinata: creare un ponte tra bisogni e servizi, avvalendosi della possibilità d’offrire agli utenti un dialogo nella loro lingua madre rappresenta un elemento di straordinaria potenza per favorire la legalità e il pieno rispetto degli individui.

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