(Adnkronos) – Merck, azienda leader in ambito scientifico e tecnologico, opera in 66 Paesi nel mondo con oltre 64mila dipendenti, 22,2 miliardi di euro di ricavi e investimenti in R&D per 2,2 miliardi di euro. Una realtà in cui l’Italia svolge un ruolo importante, con un fatturato annuo di 1,2 miliardi di euro (sesta tra le multinazionali farmaceutiche a capitale estero presenti nel Paese), 1.200 dipendenti e 23,8 milioni di euro di investimenti in R&D. Presente nel nostro Paese da oltre un secolo, oggi è protagonista in tutte e tre le sue aree di business (Healthcare, Life Science ed Electronics), con attività di Ricerca&Sviluppo, produzione e distribuzione. Oggi è l’unica tra le multinazionali farmaceutiche a capitale estero nel nostro Paese a coprire tutte le fasi della filiera, in quattro Regioni: Piemonte, Lombardia, Lazio e Puglia. È la fotografia scattata dal Report ‘Il Valore di Merck in Italia – Studio di impatto della presenza di Merck in Italia per la creazione di valore per i territori di riferimento e per il Paese’, realizzato da The European House – Ambrosetti per Merck Italia e presentato ieri a Roma.
In totale Merck ha investito in Italia 319,5 milioni di euro tra il 2015 e il 2022 – si legge in una nota – con un incremento del 6,5%, a fronte di un +3,3% della media del settore farmaceutico. Un valore superiore all’intero finanziamento Pnrr per start-up. In particolare, nel sito produttivo di Modugno (Bari) sono stati investiti 169,4 milioni di euro negli ultimi 8 anni, a testimonianza dell’importanza di questo stabilimento per il Gruppo. Oggi i farmaci confezionati nel sito produttivo raggiungono 150 Paesi per un valore delle esportazioni, nel 2022, pari a 700 milioni di euro, dati che dimostrano una propensione all’export maggiore rispetto alla media delle multinazionali farmaceutiche a capitale estero nel nostro Paese (56% vs 44%).
L’approccio metodologico utilizzato nel report – prosegue la nota – tiene conto del valore aggiunto diretto generato dalle attività di Merck nel nostro Paese, quello indiretto, creato dall’attivazione delle filiere economiche per effetto degli acquisti di beni e servizi e delle relative relazioni di subfornitura, e quello indotto, prodotto dai consumi delle famiglie per effetto delle retribuzioni di Merck in Italia e delle aziende delle filiere coinvolte. Applicando questo modello, si ottiene un contributo totale al Pil italiano da parte del Gruppo di 403 milioni di euro, per effetto di un moltiplicatore economico di “2”. Il che significa che per ogni euro di valore aggiunto generato nel 2022 da Merck in Italia, si attiva 1 euro aggiuntivo nell’intera economia del Paese. Si tratta di un contributo significativo per un Paese che si trova impegnato ad affrontare una serie di importanti sfide.
“In un contesto di forte incertezza a causa delle tensioni geopolitiche in atto, l’Italia deve affrontare la sfida della crescita – ha detto Veronica De Romanis, Economista, docente all’European Economics Luiss Roma e allaStanford University Firenze – Per farlo, dispone di uno strumento nuovo come il Piano nazionale di ripresa. Al contempo, però, va ridotto l’enorme stock di debito pubblico per liberare risorse. È cruciale investire in capitale umano e nel welfare per garantire una crescita inclusiva e sostenibile. Serve, quindi, un piano di lungo termine di riqualificazione e ricomposizione della spesa. Conti pubblici in ordine consentono, peraltro, di aver maggiore potere negoziale ai tavoli europei. I dossier in discussione sono molteplici a cominciare dalle nuove regole di bilancio fondamentali per definire la capacità di investimento futura del Paese”.
Gli occupati diretti di Merck Italia sono 1.190, a cui si aggiungono gli impatti occupazionali indiretti e indotti. Con un moltiplicatore occupazionale di “3.2″ – dettaglia la nota – per ogni persona direttamente impiegata, l’attività del Gruppo sostiene 2,2 ulteriori posti di lavoro nell’intera economia del Paese, contribuendo complessivamente all’occupazione di 3.754 persone. Non solo. Negli ultimi quattro anni (dal 2019 al 2022), Merck Italia ha incrementato la percentuale di dipendenti a tempo indeterminato, passando da un 95% a un 98%, rispetto al 95% del comparto farmaceutico e all’83% delle imprese italiane.
Anche la quota di occupazione femminile sul totale degli occupati è superiore a tutti i benchmark: 51,4% per Merck Italia, 44% per il settore pharma e 42% per la media delle aziende italiane. Una realtà “in rosa” – evidenzia il report – che dedica particolare attenzione anche alla leadership femminile: negli ultimi quattro anni Merck Italia ha incrementato la percentuale di donne in posizioni manageriali del 10,5%, arrivando al 43,3%,(vs una media italiana del 29%). L’azienda – conclude la nota – ha, poi, scelto figure femminili per le posizioni apicali dei suoi tre stabilimenti Healthcare e per la sede Life Science ed Electronics di Milano. Anche la percentuale femminile sugli addetti alla ricerca vede Merck Italia sopra la media del settore: 58% vs 53%. Si tratta di un importante segno distintivo, in un Paese che vede le donne ancora ai margini del mercato del lavoro (55%) all’interno della Ue (valore medio: 71,8%). Per le nuove assunzioni, poi, (210 negli ultimi 4 anni), Merck Italia ha tenuto in grande considerazione oltre le donne (59%), i giovani under 30 (34%). Per creare un maggiore equilibrio tra vita privata e lavoro, Merck Italia offre ai propri dipendenti soluzioni che coniugano produttività e flessibilità: smart working, orari flessibili e part-time. In un contesto nazionale dove il lavoro agile è ancora poco diffuso rispetto alla media dei Paesi Ue (11,2% vs 22,4%), il Gruppo si distingue con il 71% dei dipendenti che ha fatto ricorso allo smart working nel 2022.