(Adnkronos) – “La Cancer Driver Interception è una metodologia di prevenzione del tumore che è stata sviluppata e realizzata dalla Bioscience Genomics, uno spin-off dell’Università di Tor Vergata. E’ la prima azienda al mondo a introdurre questo algoritmo, brevettato, che permette di intercettare le condizioni fisiologiche dell’individuo che, nel momento in cui si alterano, diventano driver, quindi diventano promotrici o prodromiche dello sviluppo del tumore”. Invece di “aspettare che il tumore sia formato”, si intercettano “le condizioni fisiologiche che ci permettono di capire se siamo in una fase di cancerorgenesi e quindi di poter intervenire”. Così Giuseppe Mucci, presidente Bioscience Foundation, intervenendo questa mattina a Roma all’evento organizzato da Cnel, Centro nazionale dell’economia e del lavoro, Fondazione Aiom (Associazione italiana oncologia medica) e Bioscience Foundation.
“L’incidenza del cancro aumenta – ricorda Mucci – mentre la mortalità si riduce di anno in anno, ma il dato sconvolgente è che nei prossimi anni ci sarà un aumento dell’incidenza, anche di tumori che erano rari. Questo avviene a livello mondiale, non solo italiano. Il fatto che l’incidenza aumenti e che la mortalità si riduca è una questione importante”, perché aumentano i pazienti da trattare e i costi che sono ritmati intorno a 20 miliardi l’anno in Italia. Osservando l’andamento nel tempo, si vede che “la mortalità da cancro si riduce del 3%, mentre quella per infarto del 40%”. Questo risultato a livello cardiologico si è ottenuto “tenendo sotto controllo ipertensione e colesterolo”. Manca, nella gestione del cancro, “l’individuazione delle condizioni fisiopatologiche, come l’instabilità genomica, che possano determinarlo. Arriviamo alla ricerca di lesioni precancerose, ma questa è una diagnosi precoce che diminuisce le morti, ma fa aumentare i pazienti”.
A fare la differenza è il “monitoraggio delle alterazioni fisiologiche prodromiche del cancro – ribadisce l’esperto – Ad oggi non sono state indagate perché non possono produrre la prescrizione di un farmaco. Sappiamo – prosegue Mucci – dell’esistenza dei fattori di rischio ambientali e dello stile di vita che causano danni al Dna ogni giorno. Un danno al Dna, in presenza geni oncosopressori attivi, viene riparato. Se l’oncogene è inattivo, si hanno mutazioni somatiche che si accumulano. E’ la condizione fisiopatologica da cui si sviluppa il tumore. A questo punto possiamo andare a intercettare questa instabilità genomica. Per esempio il gene oncosopressore P53: se è inattivo, quindi mutato, può essere identificato” con un’analisi del sangue. “Se vogliamo prevenire la malattia si deve quindi identificare l’accumulo delle mutazioni, tenere come target di prevenzione l’instabilità genomica”. E’ la cosiddetta “biopsia liquida che dosa il Dna libero circolante, che è diverso dal Dna tumorale circolante e dalle cellule tumorali circolanti”.
La diagnosi precoce si distingue dall’intercettare le condizioni driver perché “nella diagnosi precoce – precisa Mucci – il tumore c’è, anche se appena formato, mentre nella Cancer Driver Interception, come dice la parola stessa, siamo nel prima, intercettiamo le condizioni da cui si sviluppa. Questo non era possibile prima del 2016-2017, quando sono state intercettate le mutazioni somatiche che sono rappresentative dei danni subiti dal Dna e che non sono state riparate”.
Le condizioni fisiopatologiche legate allo sviluppo di un tumore sono complesse. “Oltre al danno del Dna – argomenta il presidente di Bioscience Foundation – c’è una situazione di infiammazione sistemica, alterazioni del sistema immunitario e del microbiota intestinale. Vanno considerati in modo integrato. Il monitoraggio di queste condizioni fisiologiche riduce l’instabilità genica e migliora la qualità ella vita. Quello che abbiamo fatto è rendere misurabili quei parametri indicati dal mondo scientifico. Si stratta i creare un flusso di informazioni che possono essere gestite dal medico da un prelievo di sangue, abbattendo il costi delle strutture sanitarie. Il medico può monitorare, grazie al sistema informatico, questi parametri”.
“In presenza di una condizione fisiologica alterata – rimarca Mucci – non si impiegano farmaci, ma c’è la chemioprevenzione con agenti chimici e biologici specifici per evitare la formazione dei tumori. Sono sostanze già in uso e definiti da studi clinici . Ci sono migliaia di agenti chemiopreventivi biologici – beta carotene, acido folico vitamina A e E e selenio, per esempio – ma l’autosomministrazione è sbagliata perché l’eccesso di integratori causa lo stesso problema del deficit. Serve sempre il medico”.