Dialetto protagonista a Casa Andreasi: De Buono interpreta lo spassoso “Inferan” di Scuderi

MANTOVA – Sono stati tutti in dialetto mantovano i passi scelti del poema Inferan di Gilberto Scuderi che giovedì scorso l’attore Nicola de Buono ha interpretato, anche introducendo qualche variante sua propria, nella Casa della Beata Osanna Andreasi, a Mantova in via Frattini 9. De Buono e le spiegazioni di Scuderi sono state introdotte da Rosanna Golinelli di Casa Andreasi e da Monica Bianchi titolare delle Edizioni Il Cartiglio Mantovano, che nel 2005 pubblicò il poema in due tirature, esaurite immediatamente. Nella libera traduzione dialettale, la prima cantica di Dante si è sciolta in endecasillabi, in ottava rima, facendo sorridere il pubblico, all’insegna di un umorismo spassoso. L’Inferan è infatti una parodia del testo dantesco. Dante si smarrisce nella foresta oscura perché la sua automobile è in panne. Le tre belve insidiano il poeta che già immagina il proprio funerale. Ma appare Virgilio il quale salva lo scrittore dal lupo staccandogli un assegno (così il lupo se ne va per andare a incassarlo). Virgilio promette al Sommo Poeta di fargli da guida fino all’ingresso del Paradiso dove sarà Beatrice ad accompagnarlo: Dante non vede l’ora che ciò accada. Il vecchio Caronte, traghettatore infernale, si mette a piangere quando gli dicono “vuolsi così cola dove si puote ciò che si vuole”. La Fondazione della nostra città avviene perché, per la festa della mamma, Ocno pensa di dedicare Mantova alla madre, l’indovina Manto. Nella scelta dei versi sono apparsi anche il conte Ugolino e Lucifero. Alla declamazione di De Buono è seguito un dibattito sul dialetto e su alcuni dei tantissimi personaggi, mantovani e non, citati in questo volume ricco di spirito e di brio.

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