(Adnkronos) – “Investire sulla qualità è l’obiettivo del nostro governo e di tanti imprenditori italiani che capiscono il valore aggiunto, in termini di qualità non ci batte nessuno. I prodotti Dop devono essere raccontati nelle loro specificità territoriali perché questo attrae turismo e crea un’economia diffusa”. Lo ha affermato il ministro dell’Agricoltura e Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida a margine della presentazione del XXI Rapporto Ismea Qualivita sulle settore dei prodotti Dop e Igp, che nel 2022 ha tagliato il traguardo dei 20 miliardi di euro di fatturato. Tuttavia, ha osservato il ministro, ci sono filiere legate a territori che possono crescere ancora.
“Il vino può crescere ancora molto in termini orizzontali, – ha sottolineato il ministro – nel senso che abbiamo verticalità date da tre regioni in particolare che in termini assoluti hanno il maggior mercato anche in termini internazionali, Veneto, Toscana e Piemonte e quello che si può fare è mettere in condizione anche le altre regioni di seguire questo esempio, nel settore del vino ma anche per l’olio, i formaggi, i dati che abbiamo sull’export ci dicono che il formaggio cresce dell’11% in Francia, ad esempio, non sarebbe territorio facile da conquistare per un prodotto del quale i francesi sono competitivi”.
“L’olio d’oliva non ci vede essere produttori quantitativi ma a livello di qualità abbiamo una disponibilità di cultivar eccezionale, maggiore di qualsiasi altra nazione e quindi entrare in un mercato di alto livello permette di avere una reddittività maggiore e quindi una competitività in termini di valore più elevata” ha concluso Lollobrigida.
“Abbiamo qualche nemico in casa…Ranucci, non riesco a comprendere lo chiamerò per sapere perché dobbiamo avere sulla tv di Stato persone che aggrediscono i nostri prodotti?”. ha poi aggiunto Lollobrigida a proposito del conduttore di Report Sigfrido Ranucci che con la sue inchieste giornalistiche su Rai 3 mette a nudo distorsioni, truffe e quanto altro anche nel campo agroalimentare.
“Ma che ci vuole a dire che si tratta di un caso su 3mila per il prosciutto o un caso su 10mila per il vino che si comporta in maniera irregolare, e magari chiamare i nostri Carabinieri, i nostri dell’Ispettorato del Controllo qualità e repressione Frodi o la Guardia di Finanza e chiedere come è il sistema Italia? Per dare un’idea che a fronte di qualcuno che non si comporta correttamente ci sono migliaia di persone che invece valorizzano con il loro lavoro e impegno una filiera che è sicura”, ha rimarcato il ministro.