MANTOVA – Una trentina i lupi avvistati nel mantovano, la maggior parte in questi ultimi mesi dell’anno, ma i primi avvistamenti nel viadanese risultano nel luglio del 2020.
I lupi ci sono sempre stati in molti luoghi d’Italia, ma non si erano mai spinti fino alla pianura, o almeno non così numerosi.
Ecco allora delle pecore sbranate nelle campagne di Guidizzolo, un’asina ha fatto la stessa fine a Canicossa, 6 lupi sono stati avvistati a Marcaria.
Ed è scattata la paura del lupo. Con esche avvelenate a Mariana Mantovana, che hanno ucciso un cani e intossicati altri due.
Se si pensa che possono nascere 4-5 cuccioli all’anno, che poi si spostano per formare altri branchi, ecco che meglio muoversi per tempo, ora che non è un’emergenza per sapere come comportarsi.
Per fare il punto della situazione e riportare alle giuste dimensioni il fenomeno la Provincia di Mantova ha organizzato un incontro durante il quale tecnici specializzati avevano il compito di fornire informazioni e consigli utili su come gestire i lupi, informazioni indirizzate sia ai cittadini che agli addetti ai lavori.
“Abbiamo organizzato questo incontro per spiegare come comportarsi, i lupi si stanno avvicinando sempre di più per via dei cambiamenti climatici e per la ricerca di cibo – spiega Cristiano Colli, dirigente della Polizia Provinciale e Protezione Civile della Provincia di Mantova – di natura non attacca l’uomo, ma bisogna sapere come comportarsi”.
Il settore sistemi verdi di Regione Lombardia studia i lupi, il loro comportamento, la loro diffusione, e in questi mesi sta analizzando la loro discesa dagli appennini verso le pianure, spesso in prossimità di corsi d’acqua. Durante l’incontro ha analizzato come si stanno muovendo i lupi, la loro biologia, il fatto che sono in grado di percorrere tantissimi km, basti pensare che un lupo ferito, curato e rilasciato in zona Lago di Garda è stato trovato sull’appennino parmense, 130 km percorsi tra ferrovie ed autostrade.
L’incontro si è tenuto questa mattina nell’Auditorium del Conservatorio Campiani al termine del quale sono state date alcune indicazioni pratiche.
Il lupo e noi: come comportarsi
Il lupo è un predatore opportunista e intelligente che non riconosce l’uomo come possibile preda ma lo identifica come una minaccia da cui allontanarsi il più rapidamente possibile: non rientra nella sua strategia attaccare obiettivi difficili e pericolosi come gli esseri umani. In Italia non si registrano attacchi all’uomo da almeno 80 anni.
Per evitare di incontrarlo
Il lupo è un animale elusivo. Spesso si muove in branco e dunque percepisce facilmente la nostra presenza: per rendere ancora più difficile l’incontro, è sufficiente camminare “rumorosamente” ed evitare di seguirne le tracce.
In caso di incontro
Il lupo raramente si lascia avvicinare. Se ci si imbatte in un lupo non è necessario fare alcunché, evitando ovviamente di seguirlo una volta che si è allontanato. Se non avesse notato subito la nostra presenza, sarà sufficiente parlare a voce alta o comunque fare rumore.
In caso di predazione
Meglio non interferire con l’azione di caccia del lupo per salvare prede selvatiche o domestiche: se ci si imbatte in un lupo che consuma una preda, è opportuno allontanarsi in silenzio.
Cani e lupi
La presenza di un cane può diminuire la naturale timidezza del lupo verso gli esseri umani e in Italia sono astati registrati alcuni episodi che confermano questa possibilità: per tale motivo, durante le escursioni bisogna evitare di lasciare il cane libero, in modo da impedirgli di interagire e infastidire gli animali selvatici, lupi inclusi.
Nel video le interviste con Cristiano Colli, dirigente della Polizia Provinciale e Protezione Civile della Provincia di Mantova e Elisabetta Rossi, funzionario tecnico della direzione sistemi verdi di Regione Lombardia.