(Adnkronos) – Nuovo rinvio all’Onu, il quarto, del voto del Consiglio di sicurezza sulla risoluzione per Gaza. Nella seduta che si è svolta ieri a porte chiuse, alcuni Paesi hanno espresso insoddisfazione per il testo, che sarebbe troppo annacquato sul tema degli aiuti umanitari alla Striscia di Gaza e gli ambasciatori hanno chiesto più tempo per consultarsi con i rispettivi governi.
Nella bozza, che è il risultato di intensi negoziati tra Stati Uniti, Emirati arabi ed Egitto, si chiede a Israele di permettere immediatamente un accesso umanitario sicuro e senza ostacoli a Gaza e si chiede di creare le condizioni per una cessazione sostenibile delle violenze, mentre non si parla più di sospensione immediata delle violenze.
Dopo la nuova riformulazione, gli Stati Uniti hanno fatto sapere che sosterranno il testo. “Non vi dirò come voterò, ma ci sarà una risoluzione, se la risoluzione presentata è qualcosa che possiamo sostenere”, ha detto l’ambasciatrice americana all’Onu, Linda Thomas Greenfield.
L’ultima bozza concordata, dalla quale sarebbe stato eliminato il riferimento alla proposta di creare un meccanismo di monitoraggio Onu sugli aiuti che entrano a Gaza, chiede “passi urgenti per permettere immediatamente l’accesso umanitario sicuro e senza ostacoli e la creazione di condizioni per una cessazione sostenibile delle ostilità”. Ed esorta tutte le parti a “permettere e facilitare l’uso di tutte le strade verso e dentro l’intera Striscia di Gaza, inclusi i valichi al confine, per fornire l’assistenza umanitaria”. Infine si rinnova la richiesta di “un rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi”.
“Abbiamo lavorato duro nel corso della settimana con gli Emirati e altri, con l’Egitto, per mettere a punto una risoluzione che possiamo sostenere – ha commentato Greenfield – E adesso abbiamo una risoluzione, siamo pronti a votarla”. Secondo l’ambasciatrice americana, la risoluzione permetterà di portare “assistenza umanitaria a quanti ne hanno bisogno”.
Benjamin Netanyahu sperava in un pressing Usa su Abdel Fattah al-Sisi affinché l’Egitto accogliesse palestinesi di Gaza sfollati a causa del conflitto nella Striscia. Il premier israeliano – ha scritto il Washington Post – chiese a Joe Biden pressioni sul Cairo per accogliere sul suo territorio parte della popolazione dell’enclave palestinese per la durata delle ostilità. Un’opzione non presa in considerazione dall’Egitto.
Negli attacchi israeliani delle ultime 48 ore a Gaza sarebbero stati uccisi 390 palestinesi e 734 sono rimasti feriti. Lo ha reso noto il ministero della Sanità della Striscia guidato da Hamas, che porta così a 20.057 il numero delle vittime dal 7 ottobre e a 53.320 quello dei feriti.
Altri due soldati israeliani sono intanto rimasti uccisi nei combattimenti a Gaza, portando a 139 il totale dei militari morti dall’inizio dell’operazione di terra nella Striscia a fine ottobre. Altri tre soldati sono rimasti feriti.
Oltre 20 Paesi hanno aderito alla coalizione a guida Usa per la sicurezza della navigazione del Mar Rosso contro gli attacchi degli Houthi. Lo ha reso noto il Pentagono, attraverso il portavoce Pat Ryder, secondo cui le navi coinvolte “pattuglieranno il Mar Rosso ed il Golfo di Aden per rispondere e assistere, ove necessario, le navi commerciali che transitano in quest’area di mare vitale” per gli scambi. Tra i 20 Paesi che hanno aderito all’operazione “Prosperity Guardian” c’è anche l’Italia, che ha messo a disposizione una fregata.