“Il problema non solo della regione ma di tutto il paese è la prospettiva nei prossimi 20 anni. Sappiamo che ci sarà un continuo e progressivo invecchiamento della popolazione e noi dobbiamo fare in modo che le persone rimangano più sane per il tempo più lungo possibile”.
Così l’assessore regionale al Welfare di Regione Lombardia Guido Bertolaso a margine della presentazione del Piano Socio Sanitario Regionale Integrato Lombardo 2023-27 (Pssr) nel corso della seduta della III commissione sanità.
Secondo Bertolaso, “solamente garantendo stili di vita corretti e quindi uno stato di salute accettabile possiamo andare a diminuire quelle che sono da un lato le spese sanitarie e in contemporanea garantire quell’assistenza di qualità eccellente a quelle categorie più fragili che ne avranno bisogno per il tempo più lungo possibile”.
Per l’assessore, l’unico modo per raggiungere questo obiettivo è “fare prevenzione corretta, ridurre alcune spese sanitarie e garantire invece investimenti sul sociale che possano migliorare quella che è la situazione generale”.
“I punti di forza (del piano, ndr) sono sicuramente una struttura sanitaria regionale che è di gran lunga tra le più avanzate e le più efficienti del nostro Paese, una struttura di personale medico e infermieristico di primo livello, competente, impegnata e appassionata – ha spiegato Bertolaso – I problemi li conosciamo bene: liste d’attesa ancora lunghe, pronti soccorsi che in certi momenti dell’anno si intasano per situazioni che potrebbero essere facilmente gestite sul territorio. Ma sono tutte questioni che stiamo affrontando e che risolveremo”.
Il Pssr 2023-2027 si muove dunque in uno scenario caratterizzato dal progressivo invecchiamento della popolazione (dal 2020 al 2040,
gli ultra 85enni passeranno dal 3,6% all’8%), da una forte riduzione della natalità (dal 2015 al 2019 la natalità si è ridotta del 3.5%) e da un aumento del numero di famiglie unipersonali. Aumentano anche gli indicatori di fragilità: 3.127.000 cittadini hanno almeno una condizione cronica, 672.000 lombardi hanno limitata autosufficienza, dal 4% al 38% dei cittadini vive in un ambiente sociale disagiato.
L’evoluzione della complessità clinica della popolazione lombarda prevede che entro il 2050 ci sarà un aumento di 662.696 cittadini che avranno necessità di cure, da un quadro clinico di lieve intensità alla necessità di cure intensive. Ciò comporterà una previsione di aumento della spesa sanitaria da 24,7 a 25,4 miliardi di euro. Per rispondere a questi numeri il Pssr indica tra le azioni da mettere in campo la prevenzione primaria per ridurre il rischio di insorgenza delle malattie e aumentare il benessere; la prevenzione secondaria, cioè la diagnosi precoce per arrestare la progressione della malattia; la cura, riabilitazione e assistenza; lo sviluppo dei servizi sociosanitari dedicati agli anziani, alle persone con disabilità e a quelle con disturbi mentali.
Un altro dossier del Pssr riguarda una migliore accessibilità ai servizi, la riduzione delle liste d’attesa e il miglioramento del processo di presa in carico.
Tra le varie azioni, ciò significherà rimodulare la rete dell’offerta per gli anziani estendendo i servizi diurni e potenziando la Rsa aperta; una maggiore flessibilità attraverso una presa in carico precoce e integrata per quanto riguarda le cure palliative; il rafforzamento e l’integrazione della rete dei consultori per affrontare la crisi della natalità e sostenere la famiglia, la maternità e la genitorialità; una sempre più forte integrazione tra ospedale e territorio per rispondere all’emergenza del disagio mentale. Lo strumento per raggiungere questi obiettivi è una evoluzione del sistema organizzativo regionale con l’istituzione di aziende ospedaliere dotate di tutte le discipline di alta specializzazione, il rafforzamento del ruolo delle Ats, il consolidamento dei Distretti sanitari, il completamento dell’offerta delle Case di Comunità” e la piena strutturazione delle Centrali Operative Territoriali (COT). Un ruolo strategico è attribuito alla digitalizzazione, alle nuove tecnologie applicate alla medicina, alla ricerca e alle partnership internazionali.
Di Marco (M5S): “Sul territorio mancano medici e servizi”
Sul piano socio sanitario presentato da Bertolaso è intervenuto Nicola Di Marco, Capogruppo M5S Lombardia, che ha dichiarato: Per quanto riguarda l’approvazione del nuovo Piano sociosanitario regionale, la prima cosa che chiediamo è la condivisione sul metodo, rispetto a un percorso che riteniamo debba essere condiviso. A cominciare dal soddisfare la richiesta di ascolto fatta dalle varie realtà, per le quali chiederemo le audizioni e poi per capire con quali strumenti e risorse dare attuazione ai principi teorici. In Lombardia l’invecchiamento progressivo della popolazione è un tema di cui non si può tenere conto, per programmarei servizi del futuro. Così come occorre capire come strutturare la presenza delle Rsa e che ruolo potrà avere il pubblico, oggi marginalizzato. Il centrodestra non comprima quindi i tempi di discussione, non commetta gli errori commesso con la riforma Fontana-Moratti, i cui disastri sono oggi tangibili sul territorio dove mancano servizi e medici e dove le Case della comunità si sono rivelate per la speculazione elettorale che erano.”
“Oggi l’assessore Bertolaso si rivolge ai cittadini che si recano in Pronto Soccorso a causa dell’influenza, omettendo di dire che, se ciò accade, è per via dell’incapacità di questa giunta di strutturare una rete di medicina territoriale in grado di assolvere a quel tipo di assistenza. Non si vedono inoltre segnali di miglioramento successivi alla cosiddetta rete di emergenza urgenza tanto cara all’assessore Bertolaso. Dubbi anche relativamente alla stima della spesa dei prossimi anni e soprattutto sui criteri e sui metodi attraverso i quali sarà misurato il raggiungimento o meno degli obiettivi del Piano Sociosanitario. Aspetti sui quali contiamo di poter entrare presto nel merito, durante l’iter in Commissione” conclude il consigliere pentastellato.