In Lombardia riparte la manutenzione delle aree forestali e del verde pubblico

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MANTOVA – Ripartono anche in Lombardia le attività di silvicoltura e manutenzione delle aree forestali, insieme alla cura del verde nelle città. È quanto afferma la Coldiretti regionale commentando positivamente gli effetti del Decreto del presidente del Consiglio sulle riaperture di alcune attività a partire dal 14 aprile. “Il lavoro di pulizia nei boschi – sottolinea la Coldiretti regionale – è determinante per l’ambiente e la sicurezza della popolazione in una regione come la Lombardia dove la superficie forestale ricopre il 26% del territorio per un totale di oltre 600 mila ettari. Un patrimonio che va salvaguardato dal pericolo incendi. La corretta manutenzione delle foreste – precisa la Coldiretti – aiuta infatti a tenere pulito il bosco e ad evitare il rapido propagarsi delle fiamme”.

Con l’arrivo della bella stagione ed il diffondersi di pollini – continua la Coldiretti regionale – è importante anche il via libera ai lavori di cura del verde in città per cercare di prevenire il dilagare di allergie da polline e più avanti delle “temute” graminacee, ma anche per scongiurare i gravi pericoli determinati dalla caduta di alberi e rami favoriti dall’incuria. Altro aspetto – continua la Coldiretti –  è quello della necessaria difesa delle piante dall’aggressività di patogeni introdotti negli anni da diverse parti del mondo, che vanno affrontati adeguatamente per garantire la sicurezza delle piante e la bellezza dei centri urbani. Si tratta dunque – sostiene la Coldiretti – di lavori non derogabili che vanno affidati a professionisti del settore nel rispetto di tutte le precauzioni necessarie a contenere il contagio da Coronavirus. Positivo infine il chiarimento della Regione – conclude la Coldiretti – che permette, anche sul territorio lombardo a partire dal 14 aprile, la vendita al dettaglio di fiori, piante e altri prodotti florovivaistici per coloro che svolgono attività agricola nel rispetto delle norme di sicurezza.Una misura che si somma alla possibilità di vendita a domicilio e che va in soccorso di un settore che, a causa dell’emergenza Coronavirus, ha già dovuto distruggere milioni di fiori e piante rimaste invendute proprio nei mesi in cui la maggioranza delle imprese realizza tra il 50% e il 70% del fatturato annuale.

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