MANTOVA – Assolto per non aver commesso il fatto. E’ finito così l’incubo dell’addetto alle pulizie della piscina di Motteggiana accusato di stupro da una ragazza di 16 anni.
La versione della giovane è stata smontata pezzo per pezzo dal luogo dove si sarebbe svolta la violenza, alla mancanza di testimoni.
I fatti risalgono a giugno di tre anni fa, quando un 50enne di origine cubana, addetto alla pulizia della piscina di Torricella di Motteggiana fu accusato di aver trascinato la ragazza 16enne nello sgabuzzino a fianco allo spogliatoio e di averla costretta ad avere un rapporto sessuale orale in cambio di 5 euro per comprarsi il gelato.
La ragazza che quell’estate faceva la collaboratrice di un’associazione che si occupa di centri estivi per bambini, aveva raccontato che l’uomo le aveva fatto dei massaggi sul collo davanti a tutti, ma nessuno ha confermato la sua versione, anche il fatto che in un orario in cui la piscina era piena di gente, nessuno avesse visto o sentito nulla ha generato dubbi.
La descrizione dello sgabuzzino, poi, non corrispondeva alla realtà e su di lei non era stato riscontrato nessun segno di violenza, tutte incongruenze che hanno portato il collegio dei giudici presieduto da Giacomo Forte alla sentenza di assoluzione.
Tre anni e mezzo da incubo per l’uomo sospeso e poi riammesso al lavoro finiti definitivamente nella sentenza di assoluzione piena. La Pm Elisabetta Favaretti, aveva creduto alla giovane chiedendo 5 anni di carcere. Lui si era sempre proclamato innocente dicendo di avere dato alla ragazza 5 euro per comprarsi un gelato invece delle sigarette che gli aveva chiesto.