Paolo Jannacci (musicista, cantautore e figlio del grande Enzo) e Stefano Massini (scrittore e narratore, unico italiano ad aver vinto il Tony Award premio Oscar del teatro americano), saranno ospiti al Festival di Sanremo questa sera con l’inedito “L’uomo nel lampo”. Arrangiamento e orchestra diretta dal Maestro Maurizio Bassi.
“Tra tante cose di cui non importa nessuno in questo Paese ci sono le 1.485 persone che quest’anno sono uscite di casa per andare a lavorare e non sono più tornate, sono una marea – ha detto Stefano Massini in conferenza stampa – sono molto fiero di essere sul palco dell’Ariston perché porto non solo la mia amicizia con Paolo, ma abbiamo deciso di scrivere una canzone sul tema del lavoro. Una canzone che sta nel solco del teatro-canzone, come Jannacci e Gaber, un po’ come fece Faletti con le stragi di mafia. Io parlerò su musica e Paolo canterà il ritornello. Noi nella lingua italiana usiamo la perifrasi “guadagnarsi da vivere”, mentre c’è qualcuno che si “guadagna da morire”. Spesso si invoca la casualità. Quello che vedrete è molto forte e molto chiaro. Raccontiamo la storia di un operaio che muore giovanissimo in un’esplosione in fabbrica e che lascia un bambino di poche settimane di vita e da quel momento in poi lui è una fotografia che viene appesa in salotto. Io con Paolo mi sono immaginato che questo padre dalla fotografia parli al figlio. Di quai 1.485 morti nel 2023 nessuno si ricorda e vengono umiliati quando si dice che è una casualità. Con massima ipocrisia viene comunicato il massimo cordoglio e poi finiscono nel dimenticatoio. È certificato che l’80% delle morti sul lavoro si eviterebbero se i diritti dei lavori fossero tutelati. I diritti sono parte integrante di chi ogni giorno entra al proprio posto di lavoro”.
“Abbiamo cercato di fare un brano che fosse giusto, piacevole, interessante – ha aggiunto Paolo Jannacci – non siamo qui per fare dei proclami, ma per raccontare più o meno in punta di piedi un qualcosa che un artista dovrebbe suggerire. Noi lo facciamo perché pensiamo che sia il nostro compito, il nostro dovere e anche il nostro piacere raccontare e suggerire qualcosa che serve anche a noi per la nostra riflessione. Questo brano dal punto di vista musicale ha una sua costruzione molto pragmatica, abbiamo capito come giostrarci i nostri spazi. Stefano mi lancia e io lo rilancio ancora in una sorta di dialogo che va a raccontare una storia che spero arrivi a tutto il pubblico. Ho avuto grandi insegnamenti da mio padre ed è grazie a lui se oggi sono qui su questo palcoscenico”.
Jannacci e Massini, hanno da tempo consolidato il loro rapporto artistico grazie allo spettacolo teatrale “Storie” prodotto da Piccolo Teatro di Milano che li ha visti protagonisti nei maggiori teatri italiani dal 2020. Sul palco dell’Ariston Massini e Jannacci faranno vivere un brano a forte impatto sociale ed emotivo, un argomento di cui si parla sempre e solo in occasione di gravi accadimenti ai quali non si pone mai rimedio: le morti sul lavoro. Raccontate spesso con numeri e statistiche, restano vite scomparse improvvisamente, dimenticate il giorno dopo.