L’attore premio Oscar Russell Crowe ospite della terza serata del Festival di Sanremo.
Un ritorno in Italia che precede quello in estate i “Russell Crowe & The Gentlemen Barbers”, la band con cui è partito per un tour che comprende anche concerti italiani, prodotti da Giuseppe Rapisarda Management.
“Rivisitiamo numerosi successi della storia della musica ridando vita a brani iconici, attraverso nuovi arrangiamenti, per regalare al pubblico un’esperienza davvero straordinaria” spiega l’attore indimenticabile protagonista di film come A beautiful mind e Il Gladiatore.
Dopo aver vinto circa 40 premi internazionali tra cui BAFTA, SAG, Academy Award, rimane innamorato dei concerti.
“Il mio disco è uscito nel 1982. Molto prima che iniziassi a fare film – spiega l’attore e musicista -. La musica ci è sempre stata. Sono cresciuto in una famiglia in cui la musica era molto importante, era uno sfogo creativo molto importante. Prima di cominciare a girare se mi chiedevano che mestiere facessi rispondevo, il musicista. Sono 35 anni che faccio film, ma faccio musica da molto prima, da 43 anni. Quello che ricordo di Sanremo è la follia, la pazzia di questo luogo. All’epoca anche io ero un po’ folle. Abbiamo realizzato un piccolo film le mie 16 ore folli in Italia, siamo passati anche qui da Sanremo, ero distrutto”.
Le origini italiane
Qualche tempo fa Russell Crowe aveva dichiarato di avere Trisavolo da Ascoli Piceno, in seguito si è scoperto che il trisavolo proveniva in realtà da Firenze. “Si c’è un po’ di confusione. Sapevano che da parte di mia madre avevamo dei parenti italiani. Sono partito dalla mamma di mia mamma e abbiamo rintracciato che c’erano delle origini italiane, perché questo Luigi Ghetti abbia scritto nei documenti per l’ingresso in Nuova Zelanda da Ascoli Piceno quando invece era di Firenze, non lo so. In ogni caso è stato una scoperta fondamentale. C’è sempre stato un fascino per l’Italia. Da adulto ho cercato di tornare a quelle cose che sentivo, al legame che sentivo con il Gladiatore. Sono in Italia, ci ho portato i miei figli, mi sono reso conto di quanto era forte questo legame. Questo legame che sembrava incomprensibile è venuto fuori che è qualcosa di forte. C’è questo legame di sangue. È affascinante quanto questo Paese abbia dato al mondo e alla cultura. Non avrei mai pensato di avere origine italiana. Sono molto orgoglioso”.
“Ho chiesto al sindaco di Ascoli Piceno se la cittadinanza onorario comporta la donazione di castelli e quanti” scherza l’attore. “C’è questo posto ad Ascoli a disposizione per me quando voglio, ho un’idea molto romantica della casa in Italia, la mia esplorazione di questo Paese è appena iniziata. Alla fine del nostro tour l’anno scorso ho passato parecchi giorni in Puglia, una regione bellissima”.
Il rapporto con la musica
I rapporti di Crowe la band risalgono a 30 anni fa. David Kelly (batteria) e Stewart Kirwan (tromba) erano membri dei Thirty Odd Foot of Grunts, oltre a suonare con Crowe in The Ordinary Fear of God, che includeva Stuart Hunter (piano) e Chris Kamzelas (chitarra). James Haselwood (basso) si è inserito perfettamente all’interno della band che vede anche le voci di Stacey Fletcher, Susie Ahern e Britney Theriot.
“Il mio viaggio verso il cinema inizia suonando, facendo tournée e pubblicando dischi. Questo lavoro mi ha portato al teatro musicale (Grease, Rocky Horror Show, Blood Brothers) e, miracolosamente, un regista mi ha visto recitare in Blood Brothers chiedendomi di fare un provino”.
Questa sera all’Ariston, suoneranno una canzone Let your light shine.