Una mostra fotografica per abbattere “I muri del silenzio” sulle violenze

CURTATONE – Inaugurata questa mattina al Gigante Quattro Venti di Curtatone, la mostra “I muri del silenzio”. Una esposizione che si inserisce all’interno di un progetto a sostegno delle donne che hanno subito violenze, ideato dalla fotografa Mjriam Bon e realizzato dall’atleta paralimpica, parlamentare e senatrice Giusy Versace come strumento di sensibilizzazione e denuncia verso ogni forma di omertà.

L’installazione, che si trova all’interno della galleria del centro commerciale, vicino al bar “A modo mio”, è composta da una serie di ritratti fotografici in bianco e nero colti nell’atto di coprirsi gli occhi, le orecchie e la bocca, come le famose “sanzaru”, le tre scimmie sagge della tradizione giapponese, una forma di protesta e denuncia verso chi fa finta di non vedere, non sentire e non parlare.

Protagonisti degli scatti alcune celebrità del mondo dello spettacolo, della musica, dello sport e della politica, ma anche volti di persone comuni: da Lorella Cuccarini, ad Alberto Matano, da Sergio Friscia e Maria Grazia Cucinotta a Pinky, una donna che ha rischiato di morire quando il marito le ha dato fuoco nel 2015, davanti agli occhi dei suoi due figli.

“Un giorno – ha commentato la fotografa Mjriam Bon – mi sono ritrovata un sacco di ritratti che avevo scattato. Foto in cui le persone si coprivano occhi, bocca, orecchie. Qualche anno ho capito che avevano un forte potere di denuncia contro la violenza. All’inizio avevo pensato ai bambini, poi ne ho parlato con Giusy Versace, un’amica, una grande guerriera. Nel 2020 in pieno periodo Covid, ha avuto l’idea di fare un libro che raccogliesse queste foto. Attraverso il libor abbiamo raccolto dei soldi che poi abbiamo donato a tre associazioni lombarde. Si tratta di case rifugio, centri antiviolenza. Credo che l’arte – conclude – abbia davvero una grande forza di denuncia”.

La prima esposizione fotografica nelle sale di palazzo Mancuso a Roma presso la camera dei Deputati, per poi attraversare l’Italia e prendere vita in spazi differenti: Palazzo Lombardia e Palazzo Pirelli a Milano, il monastero di Cairate, l’Orangerie della Villa Reale di Monza, fino all’inedito e suggestivo flash mob sul Canal Grande a Venezia e la successiva mostra di 18 immagini nella Domus Civica, 4 vetrine affacciate sulla strada, e il plein air a San Raffaele Alto a Torino.

Non solo la violenza sulle donne, ma il messaggio è esteso anche ad altre fome di violenza come il bullismo e quindi un occhio di riguardo ai giovani. Non a caso questa mattina era presente una classe della scuola Vittorino da Feltre di Buscoldo

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