Legge di iniziativa popolare per cambiare la sanità lombarda, Carra: “Presto la raccolta firme”

MANTOVA – il progetto di legge di iniziativa popolare per cambiare la sanità lombarda, le criticità in cui versano le Rsa e il ruolo del terzo settore nell’ambito dei servizi socio-sanitari territoriali al centro dell’incontro promosso dal segretario del Circolo 1, Giuseppe Mori, dopo la due giorni di Milano sul “Diritto alla salute”.

Tra i tanti presenti al tavolo anche il consigliere regionale Marco Carra che ha illustrato il progetto di legge di iniziativa popolare del gruppo regionale lombardo del Partito Democratico: “Quattro i principi che vengono introdotti – ha spiegato il consigliere dem -:  l’universalità del servizio, garantito solo con l’abbattimento delle liste d’attesa; la centralità della prevenzione; la priorità dei servizi territoriali, con il rafforzamento dei medici di medicina generale, i consultori, i servizi per la salute mentale e per la sicurezza sui luoghi di lavoro; il governo pubblico degli erogatori, cioè che il privato sia integrato e non equivalente al pubblico. Il Pd ha scelto lo strumento della legge di iniziativa popolare su cui a fine mese anche a Mantova inizierà la raccolta firme, per forzare il Consiglio regionale, come da regolamento, ad esprimersi entro nove mesi. Concretamente – ha aggiunto – noi vogliamo che venga realizzato il centro unico di prenotazione per la gestione delle liste d’attesa entro dodici mesi. Con la nostra legge, inoltre, cerchiamo di riorganizzare i servizi territoriali. E’ una grande sfida – ha concluso Carra”.

Tra i temi presi in esame all’incontro anche i problemi che affliggono le Rsa, sottolineati da Mara Gazzoni, presidente della Fondazione Mazzali. “Senza l’adeguamento dei contributi regionali, fermi da troppi anni, – ha spiegato – sono in sofferenza nei bilanci e nemmeno possono aumentare le rette per non gravare ulteriormente sugli ospiti e le loro famiglie. Le strutture – ha detto Gazzoni – sono fondamentali anche per i servizi che spesso offrono al territorio e non solo agli ospiti, per questo non possiamo permetterci di metterle a rischio”.

Sul terzo settore si è soffermato, invece, Luciano Tonelli, presidente Club Terza Età, che ha rivendicato “il ruolo straordinario del volontariato nel farsi carico di problematiche sociali e socio sanitarie che il pubblico non è in grado di soddisfare e proprio per questo debba essere maggiormente considerato dalle istituzioni e coinvolto nella progettazione e programmazione. “Noi mettiamo a disposizione i nostri volontari – ha spiegato Tonelli – per affrontare situazioni problematiche soprattutto per gli anziani e i nostri servizi sono prevalentemente svolti nell’ambito socio sanitario. Quando si tratta di concepire scelte, però, non veniamo coinvolti”.

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