(Adnkronos) – Un processo alla gestione dell’emergenza Covid, con imputati il governo della salute globale ovvero l’Oms, le multinazionali del farmaco che hanno prodotto il vaccino e i politici – e gli scienziati – che hanno avallato e adottato le misure anti-Covid in Italia e all’estero nel 2020-2021. A Roma va in scena un evento che raccoglie molti esperti italiani e internazionali ‘non allineati’ con le scelte fatte per contrastare la pandemia Covid e sulla validità dei vaccini mRna. A promuovere l’evento, ‘Prospettive dell’Organizzazione mondiale della sanità: da ente di orientamento a governo mondiale?’, moderato dal giornalista de ‘La Verità’ Francesco Borgonovo, è la Commissione medico scientifica indipendente (Cmsi). Il primo intervento è stato di Jay Bhattacharya, professore di Medicina, Economia e ricerca in politiche sanitarie dell’Università di Stanford. “Il lockdown fatto in Italia non è stato in grado di proteggere la popolazione più debole dal Covid, anzi ha danneggiato l’economia. Le autorità hanno compiuto danni enormi”, ha detto lo scienziato.
Bhattacharya ha messo nel mirino l’Oms. “Non ha indagato se la risposta alla pandemia è stata corretta e se ci sono stati errori rispetto alla gestione della pandemia, nessuno ha fatto nulla tranne la Svezia – ha precisato – In gran parte dell’Europa e in Usa, i governi non hanno valutato onestamente la risposta al Covid e temo che ripeteremo gli stessi errori se arriverà una nuova pandemia”. Alla domanda se ci sarà – come ha detto l’Oms – una futura malattia X, Bhattacharya ha sottolineato che “l’Oms imporrà di nuovo un lockdown”. E sollecitato sulla gestione della pandemia in Italia, “c’è stata una discriminazione dura nei confronti di chi non voleva farsi il vaccino, si sapeva che non avrebbe impedito la diffusione del virus. Chi non si vaccina non deve essere colpevolizzato”.
Delle accuse rispetto all’efficacia dei vaccini anti-Covid e il relativo obbligo si è occupato Alberto Donzelli, coordinatore della Commissione medico scientifica indipendente e già membro del Consiglio superiore di sanità (Css): “Solo il 31 luglio del 2021 i Cdc americani hanno pubblicato lo studio che descriveva come i vaccini non possono prevenire la trasmissione della vaccinazione. A quel punto, in base alla Costituzione italiana, non aveva più senso l’obbligo. Ma in Italia – ha rimarcato – hanno censurato queste informazioni e hanno continuato con l’obbligo. Diversi studi hanno dimostrato che a distanza di tempo aumenta la propensione degli immunizzati a infettarsi rispetto a chi non ha fatto il vaccino. In Italia fra i bambini di 5-11 anni, quando si è arrivati al 18 gennaio 2023, quelli con due dosi si infettavano di più”.