(Adnkronos) – La variante Covid KP.3 corre veloce. Negli Stati Uniti è un’osservata speciale perché, dalle ultime proiezioni dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc), risulta essere la versione di Sars-CoV-2 più diffusa. Ma l’occhio allenato degli esperti che tracciano i mutanti del virus ex pandemico si è già posato anche su una sua ‘discendente’, KP.3.1.1. Questo sottolignaggio potrebbe avere ‘le ali’, in un certo senso. Sicuramente viaggia in aereo. Ma anche dall’Italia? Forse, prospettano alcuni esperti.
La banca dati che raccoglie le sequenze virali depositate dai laboratori di tutto il mondo, cioè Gisaid, “ora mostra le sequenze Covid KP.3.1.1 dei viaggiatori negli aeroporti Usa inviate l’11 giugno 2024 con origini dei passeggeri” varie, “tra cui Francia, Germania, Italia, Giappone e Regno Unito, insieme alla Spagna”, il Paese che al momento ne conta di più, scrive su X uno dei tanti ‘cacciatori di varianti’ attivi a livello globale, Andrea Urquhart.
“KP.3.1.1 potrebbe essersi diffusa ben oltre la Spagna”, aggiunge. Da una rapida ricerca tra le sequenze, fatta da esperti italiani per l’Adnkronos Salute, “non risultano al momento sequenze depositate in Gisaid dall’Italia”, puntualizza Fabio Filippini, dottorando del Centro Retrovirus dell’università di Pisa, che lavora con Mauro Pistello, direttore dell’Unità di virologia dell’azienda ospedaliera universitaria pisana, vicepresidente della Società italiana di microbiologia. “Globalmente risultano 209 sequenze” di KP.3.1.1 “depositate dal 3 giugno ad oggi”, illustra il ricercatore. “Principalmente i dati arrivano dalla Spagna”, da Madrid, dalla Catalogna, dall’Andalusia. “Ne risultano anche dagli Usa, qualcuna dal Canada”, prosegue. Ma da una ricerca mirata agli screening aeroportuali Usa nella data citata da Urquhart non sembra esserci un passeggero che ha come provenienza citata l’Italia.
“Risulta invece una sequenza prelevata il 9 maggio, che secondo le informazioni visibili, sarebbe di una passeggera proveniente dall’Italia, una donna di mezza età”, aggiunge il cacciatore italiano di varianti, Federico Gueli. Caso rilevato da screening aeroportuale, Stato di Washington. “Poco per poter già ipotizzare una circolazione nel nostro Paese – puntualizza – Essendo viaggiatori, potrebbe trattarsi anche di una persona che ha fatto un doppio viaggio, Spagna e poi Italia, quindi dal nostro Paese abbia preso l’ultimo volo e così sia stata registrata”.
Quanto all’assenza di sequenze di KP3.1.1 dall’Italia in questo momento, potrebbe essere dovuta a diverse ragioni. “Per esempio in questo momento il nostro lavoro sulle varianti ha una cadenza mensile”, evidenzia Filippini. Quindi se a giugno KP3.1.1 è stata intercettata in suolo tricolore potremmo saperlo più in là. E’ una sottovariante relativamente ‘giovane’, da poco finita nei radar. I sintomi che l’accompagnano, poi, potrebbero essere soft e, poiché i laboratori analizzano i tamponi fatti in ospedale, potrebbe inizialmente sfuggire al censimento. Mentre magari, se emerge da uno screening in aeroporto, le sequenze vengono subito ricevute.
Presto insomma per trarre conclusioni definitive, ma c’è chi è pronto a scommettere che anche questa figlia di KP.3 si farà notare per la velocità. “Complice anche una mutazione, che era emersa ai tempi dei lignaggi ‘Flip’ e di EG.5.1, oggi paradossalmente ben più diffusa in queste nuove generazioni di varianti, rispetto ad allora”, conclude Gueli.