“Art de pacotille”: le opere di Gilberto Scuderi in mostra a Casa Andreasi

MANTOVA – Si intitola “Art de pacotille” la mostra personale di Gilberto Scuderi che inaugura mercoledì 19 giugno alle ore 18 presso Casa Andreasi (via Frattini, 9); sarà visitabile fino al 18 luglio.

Scuderi presenta anche quest’anno un gruppo scelto delle sue creazioni, conservate in numero impressionante nel laboratorio mentale e pratico della sua dimora, manifestando il proprio patrimonio fantastico. Come di lui scriveva Giovanni Pasetti per la prima mostra allestita a Casa Andreasi: «Scuderi, individuo dotato di cultura profonda sebbene anomala, ha rinverdito la tradizione Dada di Mantova, ovvero la poetica dell’assemblaggio di manufatti rivolta in apparenza a nessun fine. Fausta e salutare, invece, quando è in grado di scorrere come un pettine tra le connessioni del nostro cervello affaticato, scompigliando alcuni automatismi, infrangendo alcune ingessature, liberando una risata ovvero un sospiro, destrutturando le certezze, ponendosi lontano dalle consuetudini accademiche. Forse, però, è tutto uno scherzo. E il modo migliore di visitare la mostra, camminando nei pressi di reliquie immerse in una vegetazione antica, consiste nel liberare lo sguardo senza pregiudizi, chinandosi ad ammirare questi teatrini. Senza dimenticare di leggere le frasi apposte accanto ad ogni stazione, rivelatrici spesso di un’intenzione sottile».

Eppure l’autore dichiara: «L’arte non ha nulla di speciale, forse. È un’attività umana, come altre. Ci sono i macellai, gli ortolani, i soldati, gli impiegati, le commesse e i commessi di negozio, gli idraulici, i muratori, i professori e le professoresse, le maestre e i maestri elementari eccetera, così come ci sono gli artisti, che di solito – solo i fortunati o bravissimi vivono della loro arte – hanno un altro lavoro, il principale: possono essere commercianti, industriali, nel ramo intellighenzia, operai e operaie o disoccupati, indifferentemente. Nello stesso tempo, anche quella nelle caverne, l’arte ha qualcosa di extra rispetto a un taglio di carne, un piatto di lenticchie, un fucile o un cannone, una pratica edilizia, una cravatta o un foulard, un tubo dell’acqua o del gas, un mattone, alla declinazione di un verbo. Le Stanze di Raffaello non possono essere paragonate al supermercato di un grande centro commerciale pieno di gente. Questa mostra si intitola Art de pacotille, che significa arte da quattro soldi, solitamente kitsch (il Kitsch mi piace). Quattro soldi perché il materiale per far su un’opera (o un’azione artistica) costa poco: cose comprate nei mercatini o dai cinesi, poi incollate e qualche volta pitturate. C’è una frase che, ma non sempre, fa parte di ogni oggetto, il quale può non avere il titolo (non ne ha bisogno, per il momento). La presenza di un curatore o di un critico d’arte è superflua. L’obiettivo, e il senso artistico, della mostra è evanescente, inesistente. Ognuno troverà, forse, il proprio, per sé e nessun altro. Magari proverà a condividerlo. Condivisione, che parola abusata”.

La mostra è aperta da lunedì a venerdì dalle 10 alle 12.30, il giovedì anche dalle 17 alle 19. Altri giorni e altri orari su prenotazione.

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