Maturità, le voci contro nel primo giorno d’esame: “Le criticità di sempre”

(Adnkronos) – Commissari e presidenti remunerati in modo insufficiente, esame ormai anacronistico rispetto alla nuova realtà dei giovani italiani. E un esame di Stato che presenta “le criticità di sempre”: non mancano le voci critiche in questa prima giornata dell’esame di maturità. 

“Un lavoratore su 4 nel mondo della scuola è precario, parliamo del 20-25% dell’intero corpo docente, denuncia Nino De Cristofaro, membro dell’esecutivo nazionale Cobas. “A questo si aggiunge il progressivo accorpamento di istituti scolastici – sottolinea – con il solo obiettivo di risparmiare (poche) risorse. Anche questa scelta incide negativamente sul lavoro in generale. Le scuole ormai sono aziende che affogano nella burocrazia. In questo modo è impossibile lavorare sui contenuti per formare gli studenti alla vita. Per non parlare dello stipendio medio di un docente di scuola secondaria di secondo grado, ormai intorno ai 2mila euro netti – conclude De Cristofaro – Se noi paragoniamo lo stipendio di oggi con quelli di 30 anni fa, stesso lavoro e stesso impegno, siamo più poveri a causa della riduzione del potere di acquisto pari al 20%. Inoltre, la remunerazione per i membri interni dell’esame di maturità si aggira intorno ai 700-800 euro, che sale a mille euro per i membri esterni. Ecco perché per molti lavorare per questo esame è sempre meno attrattivo e si fa ricorso ai docenti in pensione”.  

“Con la Maturità 2024 posso dire che non c’è nulla di nuovo sotto il sole. Rispetto agli anni passati le criticità del mondo della scuola sono quelle di sempre. Non ho dati, perché non ce li danno, ma i titoli sono quelli già visti: colleghi nominati in commissioni d’esame fuori dalla provincia dove risiedono e lavorano, il ricorso ai docenti in pensione per formare le commissioni nonostante nella scuola lavorino 1 milione di docenti, di cui circa 200mila sono precari”, osserva Rossella Latempa dell’Associazione Roars – Return on academic research and school. “Vedo tanta retorica – aggiunge Latempa, insegnante di Matematica e Fisica in un Liceo di Verona – ma ancora nessuno sa spiegarmi perché lo scorso anno tutti i miei colleghi di Storia dell’Arte della provincia di Verona, per fare un esempio, sono stati nominati nelle commissioni d’esame della Maturità 2023 in tutte le province del Veneto, tranne in quella in cui risiedono e lavorano” conclude. 

La Maturità è ormai un esame “anacronistico” rispetto alla “nuova realtà” vissuta oggi dagli studenti, dice Francesca Bellia, segretaria generale Cisl Scuola Sicilia. “I ragazzi lo vivono con emozione e preoccupazione, segna la fine di un percorso ma spesso questo tipo di esame non è attinente alle loro esigenze e, forse, non lo è tutto il percorso studio.”L’esame di Stato così come è impostato risale ad anni e anni orsono – spiega -, ma il contesto e le esigenze degli alunni nel frattempo sono profondamente mutate. Ecco perché, secondo me, i ragazzi arrivano con preoccupazione a questa tappa”. I docenti, “molti dei quali vivono la scuola in una dimensione quasi totalizzante, esercitando questa professione ben oltre l’orario di lavoro”, hanno la necessità “di essere valorizzati nella loro professionalità anche attraverso una migliore retribuzione. I rinnovi dei contratti sono sempre inadeguati in termini di livelli stipendiali rispetto a una professione che ha la necessità di avere un maggior riconoscimento sociale”. 

“Un recente studio dell’Università del Sussex evidenzia che lo status sociale degli insegnanti italiani risulta essere il terzo più basso al mondo con un punteggio di 14 su 100, ben al di sotto della media europea di 34. È un dato drammatico che va assolutamente sovvertito”, afferma il Segretario generale Uil Scuola Giuseppe D’Aprile Il rispetto e il riconoscimento sociale degli insegnanti “passano inevitabilmente per l’aumento degli stipendi. L’innalzamento delle retribuzioni rappresenterà uno dei nostri obiettivi principali per il prossimo contratto. Nel nostro Paese, il personale scolastico vede aumentare costantemente le proprie incombenze senza il giusto riconoscimento economico. La scuola deve uscire dal patto di stabilità, dunque fuori dai vincoli di bilancio, ed essere considerata non come fonte di risparmio bensì di investimento senza il quale si pregiudicano inevitabilmente le sorti delle nuove generazioni e, quindi, del Paese”.  

E non manca chi protesta per una prova, quella di oggi, considerata più alla portata degli alunni rispetto alla Maturità 2023. “Baratteresti Moravia e Quasimodo per Pirandello e Ungaretti? I maturandi del 2023 – i classe ’04, come si definiscono – ci metterebbero la firma. E nel primo giorno dell’esame di Stato commentano, al posto dei loro colleghi impegnati nella traccia di italiano, le proposte del Ministero dell’Istruzione e del Merito”. Come segnala il sito Skuola.net, sui social sono infatti numerosi i messaggi che sottolineano chiaramente come l’accoppiata di autori proposta lo scorso anno, Moravia e Quasimodo, fosse di gran lunga più ostica rispetto a quella scelta per la Maturità 2024, ovvero Pirandello e Ungaretti.  

(Adnkronos)