MANTOVA – Questa mattina in sala consiliare il sindaco di Mantova Mattia Palazzi ha ricevuto i commercianti che avevano richiesto un confronto riguardo diverse problematiche relative al commercio in centro città, rispetto alle quali hanno portato anche un documento contenente delle proposte per migliorare la situazione. Gli argomenti principali trattati riguardavano, a detta degli esercenti, la programmazione frammentaria rispetto alle attività che si svolgono in centro, l’assenza di identità. Strategie e obiettivi condivisi, la mancanza di una forma di comunicazione diretta a tutti gli esercenti senza il tramite di associazioni di categoria, la presenza di zone del centro sporche, l’incapacità di intercettare turismo di livello elevato, la mancanza di servizi minimi (bagni pubblici, cestini), la scarsa attrattività del centro rispetto agli abitanti della provincia. Nel dettaglio, ecco che cosa è stato detto.
- Comunicazione: una nuova cabina di regia?
Palazzi ha accolto le istanze dei commercianti, seppur sottolineando che non è semplice coordinare e divulgare le singole iniziative dei privati e che il Comune già dialoga periodicamente con le associazioni di categoria – presenti anch’esse all’incontro: Confcommercio, Confesercenti, Cna – che rappresentano il punto di riferimento degli esercenti. L’amministrazione comunale manda periodicamente alle associazioni di categoria l’elenco di tutte le iniziative del centro, quantomeno quelle fissate e stabili. “Bisogna trovare un modo – ha detto il primo cittadino – perché l’iniziativa del singolo operatore, sempre benvoluta e ben accetta, trovi un elemento di informazione complessiva, altrimenti quell’unitarietà che chiedete non ci sarà mai se i primi a costruirla non sono i proponenti. Questo è un punto che dobbiamo affrontare insieme. Poi ci sono carenze nostre, cioè dell’amministrazione, che dobbiamo capire come superare. Faccio due proposte molto pragmatiche: scegliete un’agenzia che volete, si faccia una cabina di regia con rappresentanti del Comune, un rappresentante per ogni associazione, un rappresentante di operatori non iscritti ad associazioni, si faccia un piano di comunicazione unitario che contempli aspetti come le iniziative o i parcheggi, si co-finanzi, perché non può essere che tutto è sempre sulle spalle del Comune di Mantova e si faccia come nelle altre città dove c’è un co-finanziamento. Non vogliamo farlo noi, noi ci mettiamo la nostra parte. Quello che mi interessa dire è: mettiamoci insieme, in una cabina di regia stabile, si faccia un piano di comunicazione, lo si guardi insieme, lo si co-finanzi e lo si mandi avanti. Io non ho alcun problema, anzi credo che possa essere sicuramente un elemento per migliorare l’informazione e la comunicazione. Poi discuteremo in quella cabina di regia i vari aspetti”. L’altra proposta che vi faccio è: se per migliorare e velocizzare le cose che riguardano anche l’ente locale può essere utile una figura, un funzionario della pubblica amministrazione che sia un punto di riferimento per le vostre attività o la zona in cui si trovano, non credo che sia facile ma penso che sia uno spunto interessante di cui provare a farci carico. Una figura che raccolga le istanze, che non eludono il percorso di pratiche che sono necessarie, ma che velocizzi la comunicazione e la presa di coscienza dell’apparato amministrativo riguardo un particolare problema”.
- Attirare i turisti… e i residenti in provincia
Sul tema dell’intercettare turisti, e possibilmente turisti in grado di poter spendere soldi sul territorio, Palazzi si affida in primis ai dati. Negli ultimi sei anni il numero di turisti in arrivo in città è aumentato in media del 18% su scala annua. Eventi quali Festivaletteratura e Trame Sonore portano a Mantova visitatori di fascia elevata, così come i concerti (l’esempio è quello dei Greta Van Fleet) portano anche pubblico dall’estero. Il tema, sempiterno, è quello che differenzia il turismo mordi-e-fuggi, che lascia ben poco in termini economici, e il turismo vero e proprio, che riempie gli alberghi, i ristoranti, i negozi. “La richiesta evidentemente c’è se hanno aperto tre nuovi hotel per un totale di 180 camere”, dirà poi Palazzi. “Ma quando si fa un piano di comunicazione sul tema del commercio – ha proseguito il sindaco – dal mio punto di vista il primo punto sarebbe “aggredire” la provincia, consapevoli del fatto che dagli anni ’80 e ’90 a oggi è cambiato il mondo. Non c’erano quegli attrattori che ci sono oggi, lo sapete anche voi e non è colpa né nostra né vostra. Se si vuole andare avanti con il discorso del piano di comunicazione bisogna essere consapevoli che ci vogliono 100mila euro all’anno da investire. Il Comune è pronto a fare la sua parte, purché – ripeto – non venga chiesto di pagare tutto al Comune, perché questo non è possibile. Noi ci siamo, anche perché più funzionano le attività commerciali, più funziona il centro”.
- Il decoro del centro storico
Un altro argomento portato dai commercianti riguarda la pulizia del centro storico, compresa la manutenzione di muri e strade. “Sei mesi fa – ha affermato Mattia Palazzi – anche grazie agli spunti delle associazioni di categoria ho messo in piedi un tavolo che si chiama “decoro del centro storico” che coordino personalmente – ci siamo già riuniti 4 volte – e al quale partecipano tutti i dirigenti del Comune che hanno competenze nel merito: ambiente, polizia locale, demanio, sportello unico, più le varie società di Tea che hanno a che fare con la pulizia del centro. Abbiamo prodotto un dossier che contiene tutti gli elementi di degrado e mi preme farvi notare che sono tutti privati: ci sono i nomi, le società, i proprietari. Si va dai pluviali rotti alle vetrine tenute sporche dai proprietari, si va dalle facciate scrostate alle grate che non vengono mai pulite e zeppe di mozziconi di sigarette, eccetera. Abbiamo fatto un lavoro via per via con documentazione fotografica, siamo risaliti ai proprietari di ogni civico che presenta una problematica e sulla base di questo ho fatto 70 avvii di procedimento negli ultimi 5 mesi. Qui viene riportato chi ha risposto e chi no, chi è intervenuto e chi no, ed è aggiornato ogni settimana. Diversi hanno proceduto, ma tanti non solo non hanno proceduto ma non hanno nemmeno risposto. C’è poi il tema degli anti-spuntoni per i piccioni: non è complicato metterli, ma purtroppo il 30% di coloro a cui abbiamo intimato di provvedere, poiché mancavano, non li ha messi nonostante abbiamo scritto, chiesto e formalizzato. In questi casi interveniamo noi, perché è più semplice, e facciamo pagare a loro. Con Tea abbiamo messo giù un piano che è partito 4 mesi fa con il quale abbiamo portato i lavaggi del centro storico, portici compresi, a tre volte la settimana. Prima era una una, per capirci. Inoltre abbiamo duplicato lo spazzamento a mano. Stiamo spendendo 150mila euro in più, ma era giusto farlo perché io stesso ho visto sul centro un livello di sporco che deriva da molti fattori, ma in ragione del quale abbiamo triplicato i costi”.
- Sostituzione di bidoni e nuovi orari per i bagni pubblici
Nell’occasione il sindaco ha informato che i cestini del centro storico, quaranta per l’esattezza, sono stati cambiati negli ultimi due mesi. Quelli che c’erano erano ormai scrostati e in generale non in buone condizioni. Il primo cittadino e il vice Giovanni Buvoli hanno inoltre fatto sapere che saranno modificati gli orari dei bagni pubblici di via Goito per aumentarne le ore di apertura. Inoltre, verranno dotati di tornelli. Tutto questo sarà effettivo entro la prossima edizione di Festivaletteratura in settembre.
- Il problema delle vetrine sfitte
I commercianti lamentano il degrado provocato dalle vetrine vuote e lanciano la proposta di apporre vetrofanie a tema e capire quali motivi hanno portato all’abbandono di molti locali commerciali. “Negli ultimi tre mesi – spiega Palazzi – stiamo contattando e convocando tutti i proprietari delle vetrine sfitte. Siamo partiti da Corso Umberto perché è quella più impattante dal punto di vista dello sfitto. La premessa è che lo sfitto commerciale di Mantova è del 21,8%, la media dello sfitto in Lombardia è del 22%. Certo, in un centro storico ridotto come il nostro, almeno come strade principali su cui affaccia il commercio, si nota di più rispetto a città più grandi. In ogni caso, alcuni non ci hanno risposto, altri ci hanno risposto che non hanno alcuna intenzione di abbassare gli affitti, altri hanno detto “no al massimo lo vendiamo”, altri hanno aperto alla possibilità di abbassare gli affitti, sono molto pochi purtroppo, e con questi stiamo lavorando perché vorremmo proporre una tipologia di contratti a scalare. Vale a dire: partire con affitto un po’ più basso e poi eventualmente salire man mano. Secondo noi è un modo che può aiutare l’inquilino, alleggerendogli il fardello dell’inizio attività. Ovviamente non può essere imposto, perché il Comune non ha alcuna prerogativa per imporre a nessuno a quanto deve affittare un negozio”.
- I plateatici e la ristorazione
Allo stesso modo, il sindaco spiega come siano stati alleggeriti i vincoli che c’erano sui plateatici. È stato fatto il nuovo regolamento urbano, condiviso con le categorie: il precedente risaliva al 2001. Sull’aumento di attività legate al settore food nel centro di Mantova Palazzi afferma che è un processo tipico dei luoghi turistici: “se non aprissero quelli, la situazione sarebbe peggiore”. Del resto, tornando a corso Umberto, “abbiamo aperto un bando da 160mila euro per dare contributi a fondo perduto per aprire nuove attività: progetti presentati in sei mesi zero, tant’è che quelle risorse sono state ridistribuite su attività esistenti”. C’è anche il tema, sempre restando tra ristoranti e bar, delle difficoltà nel trovare personale disposto a fare certi turni e orari. “Però mi dispiace molto – dice il sindaco – che ci siano 8mila persone in piazza, i concerti finiscono alle undici e mezza e trovano solo un posto dove mangiare una pizza o bere qualcosa. Almeno mille persone sarebbero rimaste un’altra ora in città”.
- Ripensare gli orari?
Questo discorso si collega a quello degli orari dei negozi. “In certi punti del vostro documento – afferma Palazzi – si propone il modello dei centri commerciali. Si parla di comunicazione e di intenti unitari, ma poi bisogna anche vedere quali sono le loro regole. Se si fanno eventi negli outlet o nei centri commerciali, i negozi sono costretti ad aderire. Se si tiene aperto fino alle 23, sono obbligati a tenere aperto fino a quell’ora. Questo lo dico perché sono 8 anni che auspico, spero e chiedo che ci sia un piano degli orari per provare ad attuare un piccolo cambiamento. Gli orari del nostro centro storico sono fermi agli anni ’80, ma nel frattempo gli orari delle persone che lavorano sono cambiati. Sperimentiamo, proviamo. Una volta al mese, fino alle 21? Giustamente ci chiedete di fare più eventi, ma gli eventi si fanno quando la gente nn lavora. Sennò sono soldi buttati”. Il primo cittadino invita a sperimentare, ad avere coraggio anche solo con gli orari, ma specificando che “questo input deve venire in primis da voi”.
- Il tema dei parcheggi
Tra le proposte dei commercianti c’è la possibilità di istituire giornate o fasce orarie, anche una tantum, con parcheggi gratuiti per incentivare chi viene da fuori a farsi un giro in centro. Su questo tema Palazzi spiega l’impossibilità dell’operazione per le casse comunali, già private da tanti tagli statali. Il sindaco sottolinea la presenza dei parcheggi scambiatori gratuiti a poca distanza dal centro, rivendicando anche la scelta di chiudere metà di via Calvi, dove le macchine sostavano per intere giornate senza fornire alcun beneficio tanto ai commercianti quanto ai residenti, oppressi dallo smog delle auto in cerca di parcheggio.
- Il Duc (Distretto Urbano del Commercio)
Un tema che i commercianti hanno voluto approfondire è quello del Duc e di una figura manageriale “dotata di concreti poteri e in grado di interpellare e di interessare direttamente gli esercenti del centro che vogliono essere coinvolti”. Su questo punto l’amministrazione comunale, come detto in precedenza, ha aperto alla possibilità di individuare un funzionario che faccia da raccordo tra esercenti e Comune. Il Duc a Mantova esiste già e a parlarne è stata Lara Cavalli di Abstract, che ha risposto alle domande dei commercianti relativamente al Distretto Urbano del Commercio e alle possibilità che presenta.