MANTOVA – Un’altra giornata importante per il processo per il femminicidio di Yana Malaiko, la 23enne di origini ucraine uccisa il 20 gennaio 2023 a Castiglione. Ancora assente l’imputato Dumitru Stratan (rimasto in carcere a Pavia), ex fidanzato accusato dell’omicidio e dell’occultamento di cadavere: il corpo fu ritrovato soltanto il 1° febbraio 2023 in zona Valle, tra il territorio aloisiano e quello di Lonato.
Oggi in corte d’assise, presieduta dal giudice Gilberto Casari, sono stati sentiti i consulenti tecnici di accusa e difesa. Dovevano essere ascoltati anche i testi della difesa Mariu Rusu e Gheorghe Stratan, che però non si sono presentati.
Prima quindi è stata la volta del consulente del PM Lucia Lombardo, ovvero la dottoressa Giovanna Del Balzo, che ha effettuato l’autopsia: la causa di morte sarebbe da ricondursi ad un soffocamento meccanico delle vie respiratorie, ad uno strangolamento (come testimonierebbero i segni sulla gola) e uno schiacciamento del torace col peso del corpo da parte dell’assassino. Prima del soffocamento, secondo la relazione del medico legale, l’omicida l’avrebbe percossa sul lato destro del viso, dove ci sono grossi ematomi, con interessamento anche delle parti interne della bocca. In seguito sarebbe avvenuto lo strangolamento.
Di segno differente le conclusioni della dottoressa Dalila Ranalletta, consulente della difesa (rappresentata dagli avvocati Viscomi e Grande Aracri), che ha sollevato il dubbio che le lesioni siano state cagionate da fattori diversi, e cioè con ematomi derivanti da una compressione, dopo che il corpo era stato chiuso all’interno di una valigia prima di essere trasportato e abbandonato in zona Valle. Dunque le lesioni riscontrate sul corpo di Yana non sarebbero incompatibili con il racconto di Dumitru, che afferma di averla spinta al petto e di averla trovata priva di sensi, e avrebbe provocato ematomi ed ecchimosi sul corpo tentando di rianimarla con forza. Il soffocamento invece potrebbe essere sopraggiunto dopo aver infilato il corpo in un involucro di nylon. Dunque, in sostanza, per la difesa, Yana sarebbe morta in un secondo momento e non nell’appartamento di piazzale Resistenza dove viveva. Un dubbio sul quale ovviamente i difensori si giocano la possibilità di evitare l’ergastolo a Stratan: dimostrare che l’imputato non era in sé, annebbiato dagli stupefacenti, e che abbia ucciso Yana in un impeto di rabbia, senza dunque premeditazione.
Nel controesame l’avvocato di parte civile Angelo Lino Murtas ha però contestato la ricostruzione della difesa: questa non si concilierebbe affatto con gli schizzi di sangue disseminati ovunque nella camera da letto, sulla testiera e persino sulla maniglia della porta.
E’ stato poi sentito il consulente di parte, il criminologo forense Gianni Spoletti, che ha esposto una ricostruzione del delitto con il supporto della BPA, ovvero la bloodstain pattern analisys, lo studio della scena del crimine tramite la morfologia delle tracce di sangue. In sostanza, secondo Spoletti, Yana sarebbe stata aggredita all’improvviso, all’interno della camera da letto, percossa violentemente al lato destro del viso e avrebbe cercato di difendersi, cercando di scappare dalla stanza per poi essere riacciuffata (la macchia di sangue sulla maniglia della porta testimonierebbe uno strisciamento), tramortita con altri colpi alla schiena e gettata nuovamente di peso sul letto, dove Stratan ne avrebbe definitivamente vinto la resistenza, per poi soffocarla con un cuscino e schiacciandola col corpo. Uno scenario che, secondo quanto descritto da Spoletti “denota indubbiamente la crudeltà e la ferocia della condotta dell’imputato”. Nel controesame dei difensori, che hanno contestato questa ricostruzione, Spoletti ha ricordato come ci siano stati tentativi maldestri di ripulire la scena del crimine. Inoltre sulla federa sono state reperite macchie circolari di sostanza ematica che possono essere fuoriuscite dai lati della bocca e dal naso. Sul tessuto anche saliva e muco di Yana, proprio come se qualcuno avesse messo il cuscino sul viso attuando una forte compressione.
Viste le differenti conclusioni, il presidente ha disposto un confronto tra i medici legali, che si terrà il 30 settembre. Il 12 settembre è invece prevista l’audizione di Michele Vitiello, consulente che ha trascritto le intercettazioni.