(Adnkronos) – Chiedere “il consiglio al farmacista fa parte del prendersi cura di sé. Il confronto con il professionista sui farmaci, anche da banco” e di libera vendita o “su integratori, permette di evitare interazioni con terapie già in corso. Al centro infatti c’è sempre la salute del paziente”. Lo ha detto Marco Cossolo, presidente di Federfarma, la Federazione nazionale dei titolari di farmacia, all’Adnkronos Salute, in occasione dell’International Self-Care Day, la giornata che l’Organizzazione mondiale della sanità dedica “alla capacità dei singoli individui, delle famiglie e comunità di promuovere la propria salute, prevenire le malattie, mantenersi in salute e affrontare malattie e disabilità con o senza il supporto di un operatore sanitario”, che si celebra oggi.
“Il prendersi cura delle persone a 360 gradi” è parte centrale della professione del farmacista, “al di là del ‘self care’ – osserva Cossolo – E’ fondamentale il suo contributo professionale, il suo consiglio sia sui farmaci che vengono dispensati con ricetta medica che senza prescrizione, ma anche sugli integratori alimentari e sui consigli di cura di piccoli problemi, come piccole ferite, e altre attività che riguardano la salute. Tutto quello che è successo durante l’ultimo periodo pandemico – sottolinea – i nuovi ruoli che sono stati affidati al farmacista anche per quanto riguarda la telemedicina, le analisi e le vaccinazioni”, mostrano che è cresciuta “la consapevolezza della necessità di essere protagonisti” della propria salute.
“Molte indagini demoscopiche – evidenzia il presidente Federfarma – rivelano la centralità del farmacista nella gestione della salute dei cittadini che entrano in farmacia non solo per l’acquisto dei farmaci” o per ricevere una prestazione sanitaria, “ma soprattutto per il consiglio di un professionista” che li aiuta ad avere cura della propria salute, a “prendere coscienza che la salute dipende anche dalle proprie scelte”. Il chiarimento chiesto al professionista, che molto spesso conosce patologie e terapie del paziente, può non solo risolvere un piccolo problema di salute come il mal di testa, un dolore articolare, un raffreddore, ma “evitare problemi più gravi o interazioni tra farmaci”. Il suo “essere un riferimento” nel promuovere nelle persone il prendersi cura della propria salute “è un ruolo insito nella professione del farmacista – precisa Cossolo – riconosciuto nel tempo da legislatori di diversi orientamenti politici. Il farmacista è un professionista che aiuta il cittadino a mantenere uno stato di salute e benessere” dispensando “consigli su corrette abitudini di vita e alimentari, sui farmaci con ricetta, quelli di libera vendita” come gli Otc, “e sugli integratori”.
A tale proposito, “in Italia tutti i farmaci sono dispensati sempre in presenza del farmacista – ricorda Cossolo – Anche gli Otc, che non richiedono la prescrizione perché sono largamente usati, di documentata efficacia e con pochi effetti collaterali e che possono essere venduti online”, sono sempre “dispensati sotto la responsabilità del professionista perché il sito deve riferirsi a quello di una farmacia reale ed essere autorizzato con il bollino di certificazione ministeriale”. Questo aspetto è di particolare importanza, se si considera l’invecchiamento della popolazione e le politerapie a cui sono soggetti soprattutto gli over 65. Il farmacista può infatti mettere in guardia su eventuali “interazioni tra farmaci Otc e quelli utilizzati dal cittadino, ma anche possibili problemi legati ad alimenti ed eventuali integratori: tutto questo è affidato alla responsabilità del professionista”.
In questo contesto, “con l’avvento anche dell’online il rapporto tra farmacista e paziente” non è venuto meno, anzi “si è rafforzato – conclude Cossolo – ma questo fatto è indipendente dall’online: è legato piuttosto al ruolo della farmacia, è legato al presidio sanitario territoriale di riferimento che è la farmacia”.