Morti sul lavoro più che raddoppiati nel Mantovano. La Cgil: “E’ il momento di agire”

MANTOVA – Aumentano gli infortuni sul lavoro in provincia di Mantova. Secondo i dati diffusi dall’Inail nei giorni scorsi nel primo semestre del 2024 nel nostro territorio sono stati denunciati 2614 infortuni nei luoghi di lavoro contro i 2519 dello stesso periodo del 2023: il 3,8% in più. Preoccupa il dato relativo agli infortuni con esito mortale, che sono più che raddoppiati passando dai 2 del primo semestre 2023 ai 5 dello stesso periodo di quest’anno (+150%).

Anche a livello regionale confrontando il primo semestre del 2023 con lo stesso periodo dell’anno in corso si registra un incremento delle denunce di infortuni nei luoghi di lavoro passati da 56873 a 57265 (+0,7%), mentre quelli con esito mortale passano da 83 a 86 (+ 3,6%). 
A livello nazionale le denunce di infortunio presentate all’Inail nel primo semestre del 2024 sono state 299.303, in aumento dello 0,9% rispetto alle 296.665 dello stesso periodo del 2023.  Le denunce di infortunio con esito mortale sono state 469 (+4,2%). 
“I dati Inail – spiega Mauro Mantovanelli, segretario della Cgil di Mantova con delega alla sicurezza – ci segnalano che l’emergenza delle morti sul lavoro e l’aumento degli infortuni non si arrestano. La media rimane di 3 incidenti mortali al giorno. Il tempo delle parole deve finire, servono azioni concrete. Continuiamo sentire parlare di prevenzione e formazione e su questo siamo tutti d’accordo, ma i morti sul lavoro continuano a essere troppi, quindi se la formazione e la prevenzione vengono fatte non sono sufficienti. Gli infortuni mortali avvengono perché le norme e le procedure di sicurezza non sono rispettate”.
Mantovanelli sottolinea gli aspetti rispetto ai quali bisogna agire e aggiunge che “da anni diciamo a chi governa che la salute e la sicurezza devono essere una priorità, serve una strategia nazionale sul tema, a partire da una campagna di assunzione straordinaria degli enti preposti ai controlli che mettano in campo un’azione comune e coordinata, specialmente nei settori più colpiti e dove sono maggiormente presenti fenomeni di illegalità come in agricoltura ed edilizia”.
Cosa si può fare concretamente? Il Segretario della Cgil lo spiega: “Istituire una vera patente a punti che qualifichi le imprese virtuose e squalifichi fino al blocco della produzione quelle che non rispettano le norme di sicurezza e i contratti regolari. Rivedere le leggi sui subappalti a cascata. Inoltre è fondamentale cominciare dalla scuole ad insegnare la cultura della sicurezza sul lavoro. Bisogna intervenire subito, non c’è più tempo e come sindacato siamo stanchi di continuare a dire le stesse cose e scrivere comunicati di condoglianze”.