Parco del Mincio, in corso gli interventi di sfalcio delle specie vegetali invasive

MANTOVA – In questi giorni sono in corso gli interventi di contenimento delle specie vegetali alloctone invasive realizzati dal Parco del Mincio nell’ambito dei programmi periodici di tutela della biodiversità autoctona. Lungo i tratti ripariali del fiume Mincio e del Lago Superiore, tra le Grazie e Borgo Angeli per una lunghezza totale di circa 3,5 chilometri, in questi giorni vengono eseguiti interventi di eradicazione della Ludwigia (Ludwigia grandiflora), specie vegetazionale di origine sudamericana introdotta dall’uomo che colonizza le superfici acquatiche con estrema velocità, sostituendosi alle specie di idrofite autoctone e riducendo l’ossigenazione delle acque.

Calendarizzati durante il periodo della fioritura ed entro il termine del ciclo produttivo della pianta, i lavori di rimozione degli ingenti quantitativi di biomassa vegetale avvengono tramite l’uso di una benna montata su un pontone galleggiante, manovrato affinché i movimenti di trazione riducano al minimo la frantumazione dei fusti. Gli interventi vengono eseguiti con risorse ottenute dal Parco del Mincio attraverso l’ammissione del progetto “Interventi di tutela e conservazione della biodiversità nel cuore del Parco del Mincio” al bando Habitat di Fondazione Cariverona.

“Complici i cambiamenti climatici, la presenza di specie aliene aggrava ogni anno di più la pressione sugli ecosistemi naturali – spiega il presidente del Parco del Mincio Maurizio Pellizzer – la priorità del Parco è quella di contenere lo sviluppo di queste specie non solo attraverso una pianificazione periodica dei lavori di contenimento, ma anche tramite un costante lavoro di ricerca delle risorse necessarie per realizzarli in maniera continuativa, mediante la scrittura e la candidatura di progetti a bandi di enti e fondazioni”.

Proseguono parallelamente gli interventi di sfalcio del Fiore di Loto nelle Valli del Mincio e sul Lago Superiore. In sponda destra vengono eseguiti tagli delle formazioni non ancora affiorate in superficie, al fine di limitare il rapido ricaccio dei fiori e contenere l’espansione delle isole galleggianti. L’attività si svolge grazie alle risorse regionali ottenute dal Parco nell’ambito del progetto “Interventi di tutela e risanamento delle acque lacustri”.