MANTOVA – Più che raddoppiati i casi di covid nel mantovano nelle ultime settimane. A giugno i casi erano circa 2 al giorno, il 20 luglio i dati di Ats Valpadana segnavano 11 contagi, mentre il 7 agosto sono diventati 31 e 28 quelli di ieri, 9 agosto.
Questi sono i dati ufficiali, ma pochi sono i tamponi e si stima che almeno tre casi su 4 sfuggono al monitoraggio. I tamponi certificati da Ats, quelli che vengono eseguiti in farmacia sono poco più di un centinaio al giorno in tutta la provincia.
Impossibile invece conoscere il numero di quelli fai da te.
Nessun allarmismo situazione sotto controllo
Dati in aumento, certo, ma non che non destano preoccupazione la situazione è sotto controllo, stabili anche i ricoveri, spesso a scopo precauzionale di pazienti anziani e fragili. La sintomatologia delle nuove varianti è decisamente più leggera, spesso asintomatica, per questo spesso i portatori sani finiscono con contagiare chi è più vulnerabile.
Le mascherine
A contribuire all’aumento dei contagi, l’aver abbandonato qualsiasi forma di protezione, anche quando si frequentano luoghi molto affollati. E’ stata proprio una circolare del Ministero, il 1° luglio a toglierne definitivamente l’obbligo della mascherina che a quella data era rimasto solo nei reparti ospedalieri e nelle residenze socio-sanitarie che ospitano pazienti fragili. La stessa circolare lasciava la libertà ai direttori sanitari di decidere sull’opportunità o meno di continuare ad usarle.
E’ per questo che, visto l’aumento dei contagi con alcuni casi che si sono verificati anche in Rsa, alcune strutture hanno deciso di reintrodurre l’uso delle mascherine per i visitatori e per il personale in modo da tutelare gli ospiti.
Anche lo stesso Oms consiglia di rimetterle in alcune situazioni come luoghi affollati e chiusi, ma anche quando si ha a che fare con persone che hanno il virus o sintomi come tosse e raffreddore.
Insomma, archiviata la fase acuta del covid, resta, ancora una volta il buonsenso del singolo.