MANTOVA – Ci sono i grandi ospiti, tra i quali lo storico batterista dei Weather Report Peter Erskine, il formidabile sassofonista Donny McCaslin, che ha suonato nell’ultimo album (pubblicato pochi giorni prima della scomparsa) di David Bowie, “Darkstar”, e gli straordinari pianisti Fred Hersch e Taylor Eigsti, espressioni di stili e generazioni diverse. Ma ci sono anche le glorie locali – Simone Guiducci, Federico Negri e relativi gruppi e ospiti – perché non va mai dimenticato che Mantova è da almeno 70 anni terra di grande jazzisti e di grande jazz, nell’accezione più ampia e culturale del termine, con un Circolo tra i primissimi registrati in Italia negli anni Cinquanta.
Tutto questo per dire che l’edizione numero 43 (dall’11 ottobre al 16 novembre) di Mantova Jazz, come sempre organizzato in simbiosi da Arci provinciale, Circolo del Jazz “Roberto Chiozzini” e Comune di Mantova, è il frutto di un contesto culturale di prim’ordine, tramandato di generazione in generazione dai “pionieri” (la rassegna di quest’anno è dedicata all’indimenticato Enzo Galetti) fino alle nuove leve, che di base sono in primis gli studenti del Conservatorio di Mantova, una realtà che il jazz lo insegna e lo nobilita nel migliore dei modi possibili.
Torniamo all’edizione 2024, ben esposta questa mattina in sala consiliare da Marco Monici di Arci provinciale nella sua struttura – 5 appuntamenti, biglietti acquistabili nei punti vendita e sul circuito VivaTicket, abbonamento disponibile al costo di 90 euro – e da Giorgio “Cigno” Signoretti nell’idea racchiusa nello slogan “Still cookin’ – altre ricette per un mainstream progressivo“, che combina la tradizione di cui sopra con il fermento inarrestabile del jazz dei giorni nostri. Il sindaco Mattia Palazzi, memore delle pregresse esperienze come presidente dell’Arci (ma anche attuale delegato alla cultura del Comune), lancia l’idea di creare un jazz club nel centro di Mantova che funga da palestra per i tanti talenti che stanno nascendo al Conservatorio e nelle scuole di musica. Un club che con ogni probabilità, nelle intenzioni del primo cittadino, dovrebbe sorgere all’interno dell’Arci Virgilio, che del resto nei decenni ha sempre assolto al compito di ospitare la musica dal vivo, sebbene con taglio eterogeneo, ma che senz’altro necessita di qualche intervento e accorgimento. Se son rose, come usa dire, fioriranno.
Di seguito, in sintesi, i 5 appuntamenti di Mantova Jazz 2024, non prima di aver ricordato che i biglietti per gli spettacoli sono acquistabili in prevendita dal 1° settembre sul sito vivaticket.it o nei punti vendita VivaTicket oppure il giorno stesso del concerto direttamente sul luogo dell’evento a partire dalle ore 19. Per l’edizione di quest’anno, oltre ai biglietti dei singoli concerti, è possibile acquistare l’abbonamento a tutti e cinque i concerti al costo di 90 €. Maggiori informazioni sul sito mantovajazz.it, alla mail info@mantovajazz.it o al numero 348 0072215.
Venerdì 11 ottobre 2024, ore 21, Teatro Ariston: Peter Erskine Quartet . Molto semplicemente il più grande ed eclettico batterista bianco degli anni Settanta. Uscito dalla grande scuola della big band di Stan Kenton, con la quale si esibì al teatro Ariston a Mantova il 2 febbraio 1973, pochi anni dopo era il batterista degli inarrivabili Weather Report. Il mito è ancora più che mai vivo e Mantova jazz è lieta di veder tornare questo maestro della percussione in compagnia di Bob Mintzer, uno dei più grandi tenorsassofonisti viventi. Sul palco: Peter Erskine batteria, Bob Mintzer sassofono, Alan Pasqua pianoforte, Darek Oles basso.
Sabato 26 ottobre 2024, ore 21, Auditorium Monteverdi: Gramelot Ensemble & Ralph Alessi + Federico Negri Quartet. L’edizione 2024 del Chiozzini istituzionalizza, con “Made in MN”, una finestra già riservata in passato a quei musicisti mantovani che legano l’uscita di un proprio lavoro a un momento significativo della propria evoluzione artistica. Questa edizione segnalerà in un doppio concerto di altissima qualità sia il nuovo disco dello storico Gramelot Ensemble di Simone Guiducci, una delle realtà più fresche e originali del jazz italiano, arricchito dalla formidabile tromba di Ralph Alessi, sia la pregevolissima esperienza compositiva del bravissimo batterista Federico Negri, che si esibirà alla testa del suo quartetto presentando il recente CD “My Quiet Place”. Sul palco: Gramelot Ensemble Simone Guiducci chitarra, Fausto Beccalossi fisarmonica, Achille Succi clarinetto basso e sax contralto, Oscar Del Barba pianoforte, Salvatore Maiore contrabbasso, Andrea Ruggeri percussioni e special guest Ralph Alessi tromba. Federico Negri Quartet: Federico Negri batteria, Alfonso Santimone pianoforte, Manuel Caliumi sax alto, Martino De Franceschi contrabbasso.
Giovedì 31 ottobre 2024, ore 21, Auditorium Monteverdi: Donny McCaslin Quartet. Ricombinatore lucido e originalissimo degli innumerevoli rivoli nei quali il sax tenore ha suddiviso l’indagine post-coltraniana, McCaslin ha prodotto una sintesi talmente perfetta da attirare l’attenzione di David Bowie che l’ha voluto con sé nel suo ultimo visionario sforzo discografico, quel “Black Star” che costituisce ancora oggi un termine di paragone inarrivabile per i più recenti sviluppi del rapporto tra canzone contemporanea e jazz. Sul palco: Donny McCaslin sassofono, Jason Lindner pianoforte, Tim Lefebvre basso, Zach Danziger batteria.
Martedì 5 novembre 2024, ore 21, Auditorium Monteverdi: Fred Hersch Piano Solo. Con Fred Hersch approda a Mantova uno dei massimi esponenti del pianoforte jazz degli ultimi decenni. Puro, immacolato, impressionante nella propria capacità di creare musica fresca e profonda, Hersch continua a essere una delle più splendenti gemme del jazz di oggi. Tradizionale ma sorprendente, innovativo ma fortemente radicato nella storia della musica afroamericana, è il maestro davanti al quale ogni musicista non può che togliersi il cappello. Sul palco: Fred Hersch pianoforte.
Sabato 16 novembre 2024, ore 21, Teatro Ariston: Taylor Eigsti Group. In linea con le rivelazioni folgoranti di Joey Alexander e Tigran Hamasyan nelle ultime edizioni, e accanto alla classicità divina di Fred Hersch, il pianoforte continua ad essere lo strumento sul quale si incardina la curiosità esplorativa del Chiozzini. È la volta di quello del californiano Taylor Eigsti, intorno alla cui maestria esecutiva e compositiva ruota un numeroso e formidabile gruppo di talenti delle ultime generazioni, arricchito dalle magnifiche e diversissime voci di Gretchen Parlato e Casey Abrams. Eigsti è fresco vincitore di un grammy per il disco Tree Falls, registrato proprio con questa formazione. Di lui Dave Brubeck ebbe a dire: “È il talento più straordinario che abbia incontrato: ricordatevi questo nome”. La formidabile progressione poetica di Eigsti sta pienamente confermando quella profezia. Sul palco: Taylor Eigsti pianoforte, Jonathan Maron basso, Reggie McNeil tastiere, Zack Graybeal batteria, Ben Wendel sassofono, Gretchen Parlato voce, Casey Abrams – voce.