Possanzini: “con il Cosenza una partita verticale e ricca di duelli. Il pubblico la nostra marcia in più”

MANTOVA – L’antivigilia di Mantova-Cosenza, prima partita nel riqualificato “Danilo Martelli” dopo tre lustri di assenza dalla Serie B, è scandita dalla conferenza stampa di mister Davide Possanzini. Ecco che cosa ha detto l’allenatore virgiliano.

La prima al “Martelli”: “noi siamo contenti, fiduciosi e aspettiamo la gara, anche perché è un momento che ci siamo guadagnati sul campo. La società ha fatto tanto insieme al Comune per rifare il Martelli, la nostra casa sarà diversa, sarà più bella, più accogliente e speriamo che il pubblico ci dia una mano”.

Sulla prova di Reggio Emilia e l’approccio alla Serie B: “la consapevolezza c’è nelle cose che sappiamo fare, poi è normale che alla prima di campionato non possiamo dire se in questa serie ci stiamo bene o non ci stiamo bene. Sono passati solo 90 minuti, 90 minuti secondo me fatti bene e che ci hanno raffigurato bene quella che è la Serie B, dove c’è poco margine di errore, ci sono più qualità e intensità, è molto più duro il gioco perché comunque ci sono stati tanti falli. Ci portiamo dietro questo, però sapere dove ci collochiamo è ancora difficile”.

Sul Cosenza: “è una squadra che ha dimostrato la settimana scorsa di essere tosta, ha giocato a viso aperto con la Cremonese. Ci aspettiamo qualsiasi tipo di partita, però immagino che vengano anche con noi a prenderci forte, quindi sarà una partita piena di duelli, sarà una partita verticale”.

Su Alvini, mister del Cosenza: “è un allenatore bravo, se guardiamo le statistiche ha fatto novanta partite in Serie B, io sono appena alla terza quindi sarà difficile anche sotto quel punto di vista”.

Che Serie B ha ritrovato: “è sempre la solita, in ogni giornata c’è un campionato dentro nel senso che puoi perdere con tutti e puoi vincere con tutti. Gli episodi più che mai determinano le partite, bisogna sempre cercare di far girare le cose dalla tua parte e per farlo, come dicevo la settimana scorsa, devi cercare di controllare quello che puoi controllare. Faccio un esempio: sul primo gol (a Reggio Emilia, ndr) sbagliamo l’uscita, che ci può stare perché nel calcio si può sbagliare, però dobbiamo essere consapevoli del fatto che poi quel giocatore può tirare la palla nell’angolino, e l’ha fatto, è stato bravo, era pressato dai giocatori, ha fatto il dribbling e l’ha messa là. Non puoi evitare la qualità dei giocatori, quindi dovresti cercare magari di fare meglio quando hai la palla, gestirla meglio, tutto lì”.

Sulla preparazione alle prossime partite: “si valuta tutto, si studia tutto, però il focus è sicuramente su questa partita. Ovviamente voglio mettere in campo i giocatori che mi danno più garanzie sotto il punto di vista tecnico-tattico in relazione appunto alla partita, poi è ovvio che si fanno le valutazioni nella settimana. Però le altre due partite dipendono molto da quella che giochiamo dopodomani, quindi è sicuramente importante mettere la formazione migliore”.

Bragantini dall’inizio? “Può essere una possibilità, devo ancora decidere. Ovvio che stiamo studiando gli avversari e quando lo fai ti immagini la partita, perché l’allenatore fa le proprie valutazioni e le proprie strategie in relazione a quello che si immagina. Poi a volte la partita si rivela tutto il contrario di quello che si era pensato. Però in base alle relazioni che ho potrebbe diventare una partita verticale, quindi una possibilità è di farlo giocare, ma non è sicuro perché anche gli altri giocatori mi hanno dimostrato di saper giocare in partite del genere come hanno fatto anche l’anno scorso, quando hanno giocato anche altri ragazzi in partite così e hanno fatto bene”.

La prima cosa che ha pensato dopo gli errori di Reggio Emilia: “che abbiamo fatto tutto noi, nel bene e nel male. Siamo andati a Reggio, alla prima giornata, con nove debuttanti alla fine tra chi è entrato e chi ha giocato dall’inizio, quindi contesti nuovi e situazioni diverse che ti fanno percepire spazi e tempi di gioco totalmente diversi. Il fatto che la squadra si sia espressa così mi fa enormemente piacere. Abbiamo fatto delle belle cose, ma la stessa emozione che ci siamo portati dietro a volte ci ha fatto sbagliare delle cose non dico semplici, perché le cose semplici non esistono, però cose che solitamente facciamo un pochino meglio. Però non abbiamo mai perso di vista quello che è il nostro obiettivo, la nostra idea, e quello mi fa piacere. Ovvio che la nostra idea ci può portare anche a delle situazioni negative, dobbiamo cercare di limarle. Sicuramente gli allenamenti fanno bene, fanno crescere perché comunque riesci a lavorare su determinati dettagli, però poi le partite sono l’allenamento vero perché solo attraverso l’errore e riproponendo la situazione che la partita ti può dare tu cresci e riesci a capire quali sono gli errori”.

Sulle partite ravvicinate: “giocare fa sempre bene, chi fa questo sport vuole sempre arrivare a quell’obiettivo. Si ha il riscontro di quello che si sta facendo, se lo si sta facendo bene, ovvio che non deve dipendere il “bene” dal risultato positivo e il “male” dal risultato negativo. Dobbiamo essere lucidi e valutare le cose. La partita di domenica è finita 2-2 all’ultimo secondo, ma se fosse finita 2-1 le mie valutazioni sarebbero state le stesse. Chiaro che con un punto in più con i giocatori riesci a essere più convincente, il risultato positivo ti fa stare più disteso. Secondo me noi dobbiamo riuscire a togliere l’esito finale e cercare di valutare le cose fatte bene, perché è l’unico modo per crescere veramente”.

Sulla possibilità che i giocatori di esperienza siano in campo contro il Cosenza: “come detto possono giocare tutti, anche nella partitella di allenamento mescolo in continuazione i giocatori per fare in modo che si conoscano meglio, il calcio è fatto di interazioni, soprattutto quando ci si passa la palla spesso, capire caratteristiche e difetti di un compagno può essere determinante. Quindi può giocare chiunque. Io ho la fortuna di avere una rosa che mi dà garanzie sotto questo punto di vista, tutti lavorano alla stessa maniera, tutti hanno ben in mente il concetto di gioco che abbiamo. Poi è normale che ognuno lo sviluppa con le proprie caratteristiche, con le proprie peculiarità. Io sono convintissimo dei miei giocatori e posso stare tranquillo”.

L’aspetto ambientale: “ce lo dobbiamo godere e speriamo che i tifosi ci trasmettano tanto. Può diventare un’arma in più in una partita che può diventare di duelli, il fatto di sentirsi carichi e sostenuti da fuori ti può far andare all’impatto quando ci sono i duelli con più carica. Il tifo è sempre stato determinante nel calcio in un modo o nell’altro. I nostri tifosi l’anno scorso anche nei pochi momenti difficili ci hanno sempre sostenuti, ci hanno sempre dato una marcia in più. Io spero che sarà sempre così, il “Martelli” deve diventare il nostro punto di forza: è stato fatto questo sforzo da parte di tutti per renderlo più accessibile e accogliente, deve diventare un luogo in cui ci sentiamo tutti protagonisti”.