MANTOVA – 800 atti di vandalismo l’anno solo sui mezzi Apam, che generano un totale di circa 31.500 euro di spese vive a carico dell’azienda di trasporti pubblici mantovana per riparare i danni compiuti dagli incivili. Si capisce allora perché “Se vuoi lasciare il segno non è questo il modo” è lo slogan della nuova campagna abbonamenti Apam che promuove la sensibilizzazione e il rispetto dei mezzi pubblici e punta l’attenzione sui danni economici che gli atti vandalici generano a bordo bus.
Vi è un’enorme differenza – spiegano da Apam – tra lasciare il segno e lasciare devastazione; chiunque ha avuto modo di notare sugli autobus dedicati al trasporto pubblico spettacoli come sedili imbrattati con chewing gum, scritte indelebili, schienali lacerati e pensiline di attesa distrutte.
Ma in Apam quali sono gli episodi più frequenti con cui vengono deturpati gli autobus? Al primo posto troviamo il chewing gum sotto i sedili, seguono le scritte, il furto dei martelletti antincendio e gli squarci nei sedili. Il 5% dei danni avviene tra il 1° luglio e il 1° settembre, mentre il 95% dei casi tra il 1° settembre e il 1° giugno, quando le scuole sono aperte.
Dal 27 agosto Apam lancia “Se vuoi lasciare il segno non è questo il modo”, una campagna di sensibilizzazione che vuole prevenire, più che curare, tutti i danni causati da comportamenti vandalici sui propri mezzi. La prevenzione del vandalismo è importante per la sicurezza di tutti e, soprattutto, per la diffusione di una cultura morale ed etica fatta di impegno civile e sociale.
L’impegno di Apam nella lotta al vandalismo è portato avanti da molti anni con lo scopo di combattere fenomeni rischiosi per la sicurezza dei passeggeri, e che costituiscono oltremodo un costo vivo per l’azienda che è quantificabile in circa 100mila euro ogni anno tenendo conto anche delle azioni che l’azienda mette in campo per contrastarli. Partiti nel 2012, i progetti educativi di Apam hanno coinvolto oltre 6.500 studenti di 60 scuole di Mantova e provincia. Numeri importanti, che rappresentano circa il 22% della popolazione scolastica provinciale.