Riconosciuto ruolo di Società e Lega nella crescita delle nostre Campionesse: dalla lotta al doping amministrativo, al Club Italia, al Campionato più bello del mondo. Il Presidente LVF: “Ma la Serie A vive solo di risorse private. Necessario rendere permanente e aumentare il fondo per le sponsorizzazioni sportive”
Resta alta l’attenzione mediatica sul mondo della pallavolo femminile, cresciuta esponenzialmente fino all’exploit della medaglia d’oro dell’Italia di coach Julio Velasco ai Giochi Olimpici di Parigi. Un successo arrivato grazie alle straordinarie campionesse forgiate dalla Serie A, “il Campionato più bello del mondo” i cui meriti continuano ad essere riconosciuti a partire dai vertici della stessa FIPAV, come si evince dalle interviste uscite questa mattina, 28 agosto, del Presidente Giuseppe Manfredi (“È stato fatto un lavoro certosino per cui devo ringraziare anche le Leghe”) sul Corriere della Sera e del Direttore tecnico Marco Mencarelli (“Oggi è la Serie A che forma i giocatori”) su Tuttosport. E un anno fa Julio Velasco, ad evidenziare la grande crescita del movimento rosa, scelse proprio la Serie A italiana, a Busto, come Lorenzo Bernardi, a Novara, per il passaggio nella pallavolo femminile.
Il commento del Presidente della Lega Pallavolo Serie A Femminile Mauro Fabris: “I riconoscimenti per il lavoro fatto in questi anni, con la sinergia di iniziative condivise tra FIPAV, Lega e le Società di Serie A, ci riempiono d’orgoglio. Il contributo che i Campionati di vertice, A1 e A2, hanno dato per formare le campionesse vittoriose a Parigi è sotto gli occhi di tutti. In questo momento di grande entusiasmo per l’oro olimpico, che genera un’interesse degli italiani e dei media verso la pallavolo femminile mai riscontrato in passato, ci aspettiamo che gli sforzi fatti in questi anni dai Club e dalla Lega vengano dunque finalmente sostenuti anche a livello istituzionale”.
Prosegue Fabris: “Per mantenere il livello di assoluta eccellenza raggiunto dalla Serie A, che ha vinto con i propri Club tutte e tre le Coppe Europee della scorsa Stagione e dove giocano tutte le azzurre, è necessario ad esempio aumentare la dotazione del Fondo per le sponsorizzazioni sportive. Fondo che recentemente il Ministro Abodi, che ringraziamo, ha voluto rifinanziare seppur parzialmente con le poche risorse a disposizione del suo Ministero. Fondo però da rendere stabile in futuro. La Serie A, le sue atlete, gli allenatori e gli staff che poi compongono anche la Nazionale maggiore e tutte le altre Nazionali giovanili vivono solo grazie agli sforzi societari e finanziari dei privati, proprietà e sponsor. Serve dunque rendere deducibili gli investimenti nello sport, in questo caso la Serie A femminile di pallavolo che tanto interesse ora suscita, che le aziende sono pronte a fare, sollevando così lo Stato da oneri che non può sopportare viste le difficoltà della finanza pubblica. E serve rivedere la normativa sul lavoro sportivo che prevede solo le categorie del professionismo e del dilettantismo. Le nostre Società hanno bisogno di tempo e norme diverse per strutturarsi nel passaggio al professionismo”.