MANTOVA – “Gli aspetti che mi rendono più felice? La prestazione, la compattezza della squadra, il crederci sempre in quello che facciamo, la pazienza che ha avuto la squadra”. E’ un Davide Possanzini soddisfatto quello che si presenta ai microfoni pochi minuti dopo il triplice fischio finale di Mantova-Salernitana.
“Si è trattato di una bella partita – continua il tecnico dei biancorossi – i ragazzi hanno dato tutto, era quello che gli avevo chiesto prima del match, quindi sono soddisfatto. Poi è normale che ci sono tantissime cose che possiamo migliorare, loro lo sanno, però siamo una squadra unita e che crede in quello che fa e dobbiamo continuare perché si può solo crescere”.
Sulla reazione rispetto alla partita di pochi giorni fa a Piacenza contro la Juve Stabia, Possanzini spiega che “l’amarezza che ti porti dalle sconfitte puoi trasformarla in un’arma positiva, che ti può servire. In questi giorni tutto il gruppo si è preparato bene, ha capito alcuni errori che erano stati fatti nella partita precedente, anche se era stata totalmente diversa rispetto a quella di stasera per come si è svolta. Però i ragazzi sono stati grandi, mi hanno reso davvero orgoglioso perché quando li guardo in faccia vedo che credono in determinate cose e loro devono crederci sempre, anche quando arriveranno le sconfitte. Ci saranno momenti negativi ma noi dobbiamo attaccarci a quelli che siamo, e dobbiamo farlo con tanta forza come abbiamo fatto stasera”.
Sul fatto che per la prima volta il Mantova non ha subito reti e non ha mostrato le amnesie difensive delle partite precedenti, il mister dice che “i ragazzi sono sempre stati sul pezzo anche le altre tre partite, solo che quelle partite sono state totalmente diverse da questa. Loro ci hanno concesso la superiorità, quindi siamo riusciti a palleggiare, ad avere il dominio del gioco, e facendo così non ti esponi a tanti rischi perché ci sono meno duelli ovviamente e riesci a tener la palla, a giocarla. Anche nel secondo tempo, quando a un certo punto eravamo stanchi, i ragazzi si sono compattati e hanno fatto bene. Io sono contento, lo ero anche dopo le altre partite, è ovvio che a volte non arrivano i risultati che vorresti però stasera ci siamo presi quello che meritavamo”.
Poi la parola passa al match winner Francesco Galuppini, che racconta così il suo primo gol in Serie B: “ho vissuto tante emozioni in quell’attimo. Sono stato fuori due partite dopo Reggio, stasera sono tornato titolare e avevo voglia di lasciare il segno, di dare una mano alla squadra, di tornare a segnare sotto i miei tifosi. E’ stata una gioia immensa”. Sul salto dalla Lega Pro alla Serie B, Galuppini afferma: “questa categoria è un po’ più veloce, c’è qualche tempo in meno. Il livello è diverso: l’anno scorso le difficoltà erano tutte quelle squadre che si chiudevano in 10 in area, che perdono tempo, non c’è il Var, quindi succede sempre di tutto in C. In B invece non puoi scappare a niente, le squadre vengono a prenderti, ci sono più spazi, campi più belli, qualche tempo in meno, è tutto un gioco molto più pulito e forse ne possiamo anche beneficiare. Secondo me la squadra in B può dimostrare il suo valore. Lo stiamo già facendo”.
Quando gli viene chiesto che sapore abbia questa Serie B raggiunta all’età di 30 anni, Francesco Galuppini risponde: “sono emozionato, devo ringraziare la società che ha creduto in me ancora una volta. Nessuno mi portava fuori dalla Serie C, questa società invece mi ha tenuto, ha creduto in me, crede che possa fare la differenza e io dentro di me so cosa posso fare, credo di poter fare bene anche in questo campionato. Lo potevo fare anche prima, ma quello che è stato il passato non mi tocca… errori miei, errori di chiunque altro, sono concentrato su quello che c’è adesso, voglio aiutare la squadra, voglio fare gol, la Serie B è un campionato difficile ma con un po’ di presunzione posso affermare che anche qui posso dire la mia”. Riguardo la dedica dopo il gol, “era per mia madre e mia moglie che mi seguono e mi sostengono sempre. E per i miei nonni, che mi seguono da lassù”. Infine, l’attaccante bresciano parla anche di Mantova: “io dico che questa è una piazza di matti, l’anno scorso hanno fatto qualcosa che non esisteva nel calcio. Più di 4mila abbonati, una società che era retrocessa… è successo qualcosa di strano. Io volevo venire qua a tutti i costi l’anno scorso, ho rifiutato anche altre piazze, conoscevo il direttore (Botturi, ndr) e pensavo che questa potesse essere la piazza giusta per me. E credo che a oggi possiamo confermarlo”.