MANTOVA – Non solo storie a lieto fine o racconti di “rivalsa sociale”: ad avvicinare e appassionare tanti lettori c’è anche il noir (o, in Italia, giallo) che, soprattutto negli ultimi anni, ha visto crescere il proprio seguito. Ma perché questo genere, così cupo, sta avendo tanto successo?
A spiegarlo ci ha pensato uno dei più famosi giallisti italiani, ovvero Carlo Lucarelli: scrittore, sceneggiatore, ma anche conduttore televisivo e radiofonico. Tra i suoi successi sul piccolo schermo, il programma “Blu notte”, dove per un decennio ha raccontato, analizzandone i dettagli, i più famosi episodi di cronaca nera.
Durante la chiacchierata sotto la gremitissima Tenda di Piazza Sordello, Lucarelli si è raccontato e ha raccontato il genere. Uno dei motivi per cui in tanti si sono appassionati al noir è che “la realtà supera sempre la fantasia, noi arriviamo sempre dopo nel raccontare qualcosa che in realtà è già successo” ha detto. Lo scrittore, tra i vari aneddoti, ha poi svelato come si è affacciato a questo mondo: l’idea iniziale era quella di parlare di casi irrisolti, sfruttando le tecniche di narrazione dei gialli. Successivamente, però, lo scrittore si è accorto che, in questo modo, le storie sarebbero rimaste incomplete o con finali che non potevano essere inventati perché, spesso e volentieri, si trattava di piste già seguite sin dall’inizio (e qui si torna al discorso “la realtà supera la fantasia”), per cui capì presto che quella era una strada da abbandonare.
Un altro aspetto importante è che il dolore e le emozioni che possono trasmettere un racconto di “True Crime” sono importanti, se non necessarie: ci aiutano infatti a non dimenticare quei particolari episodi. Quindi non è un sentimento morboso a spingerci a volerne sempre di più: il ricordo di quel crimine ci invita piuttosto a non dimenticarci quanto sia sbagliato.