SUZZARA – Hanno seminato il terrore a Suzzara nella zona di via Guido, nella notte di mercoledì scorso, minacciando i passanti con coltelli e un bastone di legno per poi rapinarli. In quattro sono stati rapinati di soldi, portafogli, cellulare, scarpe e gioelli. Una delle vittime è finita all’ospedale perchè i rapinatori, nello strappargli un orecchino, gli hanno procurato un taglio all’orecchio.
Già dalle testimonianze dei malcapitati era emerso che i malviventi erano giovani magrebini ubriachi. E la conferma è arrivata nel giro di poche ore con l’arresto dei rapinatori da parte dei carabinieri: si tratta di tre giovani marocchini, pregiudicati e clandestini. Prima ne è stato fermato uno che è stato costretto a confessare dove si nascondessero gli altri due.
Uno di loro ha tentato di fuggire ed è stato così che, per fermarlo, i militari gli hanno spruzzato addosso dello spray al peperoncino. I tre, che facevano base in un edificio in campagna abbandonato dove è stata recuperata la refurtiva, sono stati condotti in carcere con le accuse di rapina e resistenza a pubblico ufficiale.
Due dei marocchini avevano rapinato le quattro vittime minacciandole con dei coltelli, il terzo brandendo un grosso bastone di legno. La prima vittima è stato un giovane incontrato in via Guido a cui hanno portato via il cellulare. Poi hanno preso di mira un altro ragazzo nei pressi di un distributore automatico di sigarette e anche in questo caso dopo averlo minacciato lo hanno derubato del cellulare cercando di portargli via anche il monopattino, ma hanno desistito perchè scarico. Non contenti si sono indirizzati verso una coppia di fidanzati che hanno rapinato dell’orologio e di due orecchini d’oro. Continuando la scorribanda hanno incontrato un altro ragazzo costringendolo a consegnare loro le scarpe griffate e il cellulare. Quarto colpo con lo strappo di un orecchino con la vittima che, sanguinante, è dovuta ricorrere alle cure dei sanitari. Oltre alle testimonianze delle vittime e dei passanti che hanno allertato le forze dell’ordine, per risalire all’identità dei tre, sono state importanti le immagini delle telecamere di videosorveglianza.
I tre sono stati portati in carcere a Mantova, dove sono tutt’ora in attesa del processo dopo che il Gip ha convalidato l’arresto.