“La risposta delle lavoratrici e lavoratori con contratto Uneba è stata importante, sia in piazza, scioperando e manifestando sotto le finestre della sede regionale dell’associazione, sia simbolicamente, mettendo un adesivo attaccato alla divisa in quanto personale Precettato per garantire i servizi essenziali”. Questo il commento della segretaria provinciale di Fp Cgil Magda Tomasini per quanto concerne lo sciopero dei lavoratori a contratto Uneba e il presidio tenutosi lo scorso 16 settembre a Milano, in via Pattari. Le bandiere di Cgil, Cisl e Uil hanno colorato il sit in, reso pure squillante dai cori, dai cartelli, e dagli interventi dei lavoratori e delle lavoratrici che “hanno raccontato quanto sia pesante lavorare quando manca il personale necessario per garantire un servizio dignitoso – prosegue la sindacalista; lavorare con turni di 12 ore, saltare riposi e con un salario da fame. Una situazione che porta allo svuotamento dei luoghi di lavoro, aggravando i problemi”.
“Nella nostra Provincia tantissimo il personale Asa-Oss-Infermieristico precettato per garantire i servizi; ormai si lavora stabilmente a numeri di contingenti minimi – spiega Tomasini -. Uneba opera nel socio sanitario assistenziale educativo, in strutture accreditate o convenzionate, e con il contratto collettivo nazionale copre figure che vanno dagli operatori socio sanitari assistenziali, alle professionalità infermieristiche, alle professioni educative, alle professioni fisioterapiche, alle professioni amministrative e al personale delle cucine e dei servizi generali. A Mantova 1100 i lavoratori e lavoratrici coinvolte che operano in 30 Rsa e 2 servizi sulla disabilità. È un lavoro di responsabilità e di cura, a prevalenza femminile, rivolto a persone anziane, disabili, fragilità e immigrazione”.
“Basta speculare sulle lavoratrici e i lavoratori di questo settore. Il contratto nazionale Uneba è scaduto nel 2019, da più di tre anni abbiamo presentato le nostre proposte unitarie per una trattativa che è stata trascinata nei mesi. Si è scelto di fare il presidio sotto Uneba Lombardia – conclude Tomasini – perché è da questa regione che finora è stata dettata la linea della parte datoriale. Ora pare che l’Associazione abbia fatto un passo indietro rispetto alla condizione per cui vincolavano il rinnovo al 50% dei finanziamenti pubblici. Un conto è aggiornare le tariffe a carico delle Regioni, un altro è scaricare il rischio d’impresa sulla pelle delle lavoratrici. Con questo sciopero abbiamo dato un segnale forte. E se il tavolo negoziale non prendesse la giusta direzione, a tutela dei diritti normativi ed economici dei lavoratori, questo sciopero sarà solo l’inizio“.