Il raduno della Lega a Pontida: “sull’autonomia indietro non si torna”

Il popolo della Lega si è ritrovato questa mattina a Pontida, per l’edizione numero 36 del raduno, contrassegnato dalla presenza di molti leader della destra europea capitanati dal primo ministro ungherese Viktor Orban.   Ovazioni all’arrivo sul palco di Matteo Salvini che tra i temi affronta quello dell’ autonomia. “Dopo 30 anni di battaglie, è realtà e legge dello Stato e indietro non si torna” ed è il deputato mantovano Andrea Dara a ribadire l’importanza di quello che è un cavallo di battaglia del Carroccio: “E’ da 30 anni che chiediamo l’autonomia e dopo tutto questo tempo siamo riusciti ad approvarla in Parlamento. Proprio in queste settimane i vari Governatori stanno discutendo con il Governo per cominciare a definire anche i Lep e tutte le varie deleghe che arriveranno alle Regioni. Quello che noi chiediamo è responsabilizzare i Governatori. Da troppo tempo ci sono Governatori, soprattutto di sinistra, che hanno sperperato denaro pubblico, lo si vede ad esempio sulla sanità: tanti cittadini del sud vengono a curarsi al nord e noi vogliamo che i cittadini del sud possano curarsi bene anche nelle loro regioni”

Sul prato di Pontida insieme agli slogan pro autonomia ci sono i tantissimi in difesa del segretario per il processo Open Arms. Del resto lo slogan dell’edizione 2024 di Pontida è proprio “Difendere i confini non è reato”. Ed è sempre Dara a dichiarare: “Siamo qui a sostenere Matteo Salvini per quel processo che stanno portando avanti nei suoi confronti, un processo politico, voluto dalla sinistra che ha cercato in questo modo di affossarlo. Significativa la presenza di vari leader europei che sono qui anche loro a sostenere Matteo Salvini e quanto aveva fatto da ministro dell’Interno cercando di fermare gli sbarchi. Non dimentichiamo che l’Italia è il primo approdo”.
Sulla questione del processo è intervenuto dal palco a difesa del leader della Lega proprio il premier ungherese Orban: “Festeggiamo in Ungheria Savini come un eroe – ha dichiarato – perché ha chiuso e difeso le case degli italiani. Anzi, ha difeso l’Europa e meriterebbe una onorificenza e non procedimenti penali. Il processo Open Arms è una vergogna, è una vergogna della sinistra e di tutta l’Europa”.

Nel videoservizio le immagini del raduno di Pontida e l’intervista al deputato Andrea Dara