Tregua dal maltempo, ma le idrovore dei Consorzi mantovani funzionano a pieno regime

MANTOVA – Tutti gli impianti di pompaggio dell’acqua della provincia di Mantova stanno funzionando a pieno regime per fare in modo che i grandi volumi scaricati dalle piogge negli ultimi giorni – in 48 ore si sono concentrate le precipitazioni che mediamente avvengono nell’arco di un mese – vengano gestiti senza provocare danni alla popolazione e alle infrastrutture. Anzi, nella Bassa mantovana stanno entrando anche volumi d’acqua provenienti dall’Emilia per essere scaricati più a valle nel Po, così da fornire un aiuto concreto ai territori al di là dal confine che stanno vivendo la situazione più drammatica di questa ondata di maltempo. In questa giornata di tregua a livello meteorologico, e in attesa dell’arrivo delle piene concomitanti del Po e del Secchia, facciamo il punto della situazione.

Il Destra Po e le acque reggiane

Una delle zone “sorvegliate speciali” è il Destra Po, non tanto per la situazione che si è creata sul territorio mantovano nei giorni scorsi, quanto per la situazione dell’attiguo territorio reggiano, dove il Crostolo ha rotto gli argini anche sulla sponda destra, quella che dà verso la provincia virgiliana. “Da sabato abbiamo dato la nostra disponibilità e stiamo intercettando acqua dal reticolo reggiano per aiutare i Consorzi emiliani – spiega Simone Minelli, presidente del Consorzio di Bonifica Terre dei Gonzaga in Destra Po – per una quantità di 7 metri cubi al secondo”. Il Consorzio mantovano, infatti, ha giurisdizione anche in quattro Comuni emiliani – Rolo, Reggiolo, Guastalla e Luzzara – “e questo ci permette, con i nostri impianti, di riuscire a prelevare quelle acque in eccesso per pomparle nel Po”, illustra Minelli. Operazione che avviene molto più a valle, presso gli impianti dell’ex Revere e di Moglia di Sermide. “Da sabato – continua Simone Minelli – a Moglia utilizziamo a pieno regime 5 pompe per un volume complessivo di 20 metri cubi al secondo, a Revere una sola pompa per un totale di 10 metri cubi al secondo”. Da giorni, inoltre, il Consorzio Terre dei Gonzaga ha messo in stato di reperibilità tutto il personale a disposizione, vale a dire 30 operai più una decina di impiegati alla logistica, “non tanto per la paura di un sormonto delle acque sugli argini – conclude il presidente – ma per la preoccupazione relativa alla struttura degli argini, dove diversi animali (nutrie, volpi) costruiscono tane che in queste situazioni dobbiamo eventualmente individuare e andare a chiudere”.

La situazione più difficile da gestire è quella in capo al Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, che governa le acque nella zona emiliana ma che ha importanti impianti anche nella Bassa mantovana. Domenica mattina, poco dopo le 7 del mattino, si sono verificate ben 5 rotture arginali lungo altrettanti corsi d’acqua esterni in gestione ad AIPo, l’Agenzia Interregionale per il fiume Po: sul Canalazzo Tassone (due rotture), sul Cavo Cava (due rotture) e sul torrente Crostolo (una rottura); avvenimenti, questi, che hanno reso estremamente grave la situazione nel complesso. Nell’area reggiana sono stati coinvolti da allagamenti Castelnovo Sotto, Gualtieri, Cadelbosco di Sopra e Novellara. Limitati allagamenti si sono registrati anche nella zona sud di Reggio Emilia. Il Consorzio ha prontamente attivato tutti i suoi impianti di sollevamento acque – Torrione (Gualtieri), Rodanello e Bresciana (Reggio Emilia), San Siro (San Benedetto Po) e Mondine (Moglia) – e ha inoltre aperto le casse di espansione sul Cavo Parmigiana Moglia a Novellara, sul Cavo Tresinaro a Rio Saliceto e sul Cavo Naviglio a Correggio. Come detto, ad alleviare la situazione è intervenuto il Consorzio di Bonifica Terre dei Gonzaga in Destra Po che sta pompando acqua dal reticolo reggiano.

La situazione nella Sinistra e Destra Mincio

Alcune esondazioni hanno interessato corsi d’acqua nella sinistra Mincio: in particolare i canali Molinella e Fossamana nei territori comunali di Roverbella e Porto Mantovano. “Gli eventi – spiega Filiberto Speziali, presidente del Consorzio di Bonifica Territori del Mincio – si sono verificati in zone di aperta campagna, senza causare disagi a persone o cose. Non si è trattato di argini rotti, ma di fenomeni dovuti al raggiungimento della portata massima dei canali”. Nel Destra Mincio si sono verificati disagi ed esondazioni nel Comune di Curtatone, soprattutto in campagna ma anche nel centro abitato di Ronchi di Curtatone, dove il canale Corbolo sabato pomeriggio ha invaso alcune zone limitrofe. Da venerdì mattina sono in funzione a pieno regime gli impianti idrovori di Borgoforte (che scarica nel Po), di Cesole (che scarica nell’Oglio) e di Maldinaro di Marcaria (anch’esso scarica nell’Oglio). In piena attività anche gli impianti di Valsecchi in città, del Forte di Pietole e di Travata di Bagnolo San Vito con personale in turnazione costantemente in servizio. Attualmente il Travata sta scaricando 16,5 mq di acqua al secondo, Borgoforte 16 mq, Cesole 6 mq, Maldinaro 2 mq, Forte di Pietole 4 mq, Valsacchi 3,9 mq. A Castellucchio un altro “stress test” al Livello Zanetti che fa defluire le acque del canale Osone Vecchio ha confermato che i lavori di ampliamento, di recente inaugurati ufficialmente, hanno protetto il paese da quello che “avrebbe potuto essere un disastro”, come conferma Speziali. Qualche problema in alcuni quartieri si è verificato, ma nulla in confronto al passato.

La situazione sulle colline e nell’Asolano

Infine, l’Alto Mantovano. “Rispetto ad altre zone, qui non è andata male – conferma il presidente del Consorzio di Bonifica Garda Chiese Aldo Bignotti – ci sono i soliti episodi di campi vicini ai fossi principali che sono andati sott’acqua, è esondato come spesso accade il Redone Superiore nella zona di Pozzolengo, ma le acque vanno a finire nei campi”. In un’area della provincia in cui si scarica perlopiù a livello, sfruttando le pendenze, l’impianto principale è quello del Gambolo, che devia l’acqua nell’Oglio a Canneto. “Nell’Asolano un punto critico era rappresentato dal Villaggio Chiese, che sorge al di sotto del livello del fiume – spiega Bignotti – ma per fortuna il sistema ha tenuto. In generale, i canali della bonifica che in estate utilizziamo per l’irrigazione sono stati convertiti per la funzione di laminazione”. Per quanto riguarda il Mincio, che convoglia l’acqua del Lago di Garda, attualmente nella diga della Montina a Salionze entrano 190 metri cubi di acqua. Da lì ne vengono scaricati a valle 130.