SAN BENEDETTO PO – Ottobre è il mese più piovoso nel Mantovano come dicono le statistiche, e così pure lo è in diverse altre province del nord Italia. Seguono novembre e maggio. E non è un caso che le grandi piene del Po siano avvenute praticamente sempre in questi mesi: tra quelle più recenti si ricordano a novembre quelle del 1994 e del 2014, oltre a quella ormai più lontana del 1951 che devastò il Polesine. Era ottobre invece quando accadde la storica piena del 2000 che avvenne praticamente negli stessi giorni di quella attuale. Un evento che rimarrà nei ricordi di tutti coloro che loro malgrado l’hanno dovuta subire, in particolare per gli abitanti di San Benedetto Po.
19 OTTOBRE 2000: A SAN BENEDETTO SI DECIDE DI ROMPERE L’ARGINE
Il destino del paese rivierasco venne deciso nella notte lunghissima tra il 18 e il 19 ottobre. Fu una notte di grande concitazione con tante gente che a San Benedetto era rimasta sugli argini insieme anche ai numerosi giornalisti inviati da quotidiani e tv per vedere cosa sarebbe accaduto, perchè quelle voci che già dal giorno prima circolavano sempre più insistentemente facevano paura. Voci che dicevano che proprio a San Benedetto si sarebbe rotto l’argine nella golena di Po morto per rallentare la furia della piena. Mai il grande fiume aveva raggiunto simili livelli. A Sermide toccò addirittura quota 10,71.
IN POCHE ORE UN LAGO DI 800 ETTARI SOMMERGE CASE E AZIENDE IN GOLENA
Intorno alle 5 di mattina i tecnici dell’allora Magistrato per il Po decidono che è arrivato il momento di rompere l’argine piccolo.
Nel giro di poche ore si forma un grande lago di 800 ettari profondo circa sette metri con 32 milioni di metri cubi d’acqua che sommerge case e aziende in golena.
L’ARGINE TRA BARDELLE E MIRASOLE NON E’ ANCORA STATO ALZATO: UNA PIENA COME QUELLA DEL 2000 POTREBBE AVERE CONSEGUENZE PESANTISSIME
Sono passati 24 anni, un lasso di tempo in cui sono cambiate tante cose anche se nella golena continuano a vivere diverse persone e ci sono anche un paio di aziende agricole, di cui una con animali. In questo periodo di tempo sono stati innalzati gli argini del territorio di San Benedetto ma non tutti, come già abbiamo avuto modo di denunciare in passato. Rimane infatti ancora da alzare il tratto di circa 3 chilometri da Bardelle a Mirasole. “Dovrebbe essere realizzato un project financing per la realizzazione dell’opera ma non abbiamo proprio idea di quando ciò potrà concretizzarsi” dichiara il sindaco di San Benedetto Po Roberto Lasagna alquanto sconsolato che dopo ben 24 anni non si sia ancora proceduto all’innalzamento di tutti gli argini del territorio.
Dunque cosa significa? Che se il Po arrivasse ai livelli del 2000 nei tre chilometri circa di argine non innalzato l’acqua potrebbe tracimare? “La possibilità c’è e in questo caso le conseguenze sarebbero molto pesanti perchè se il fiume dovesse esondare in quel tratto sommergerebbe tutta la zona tra l’Argine del Secchia e quello del Po da San Benedetto fino a Guastalla passando anche per i territori di Moglia e Suzzara” commenta Lasagna che conclude: “i danni sarebbero di molto superiori al costo dei lavori ma fino a questo momento risorse per farli non sono state trovate”.