MILANO (ITALPRESS) – Dati positivi sull’occupazione dopo la laurea per gli studenti dell’Università di Milano-Bicocca: a un anno dal conseguimento della laurea triennale, il tasso di occupazione è dell’83,9 per cento, superando di quasi 10 punti percentuali la media nazionale (74,1 per cento). E tra i laureati di secondo livello (corsi magistrali e a ciclo unico) a un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione è pari all’81,1 per cento, confermando il distacco di quasi 10 punti dal dato nazionale attestatosi al 71,7 per cento. Dopo cinque anni dal conseguimento della laurea di secondo livello, la percentuale di occupati sale al 93,3 per cento, quasi 7 punti in più rispetto alla media degli altri atenei italiani (86,8 per cento).
L’Università di Milano-Bicocca conferma il suo trend positivo relativamente al placement e alla soddisfazione da parte dei propri studenti. I risultati positivi si registrano sia in relazione al panorama nazionale sia nei confronti della rilevazione precedente. Ad attestarli sono le nuove indagini del Consorzio interuniversitario Almalaurea contenute nel XXII Rapporto sul Profilo e sulla Condizione occupazionale dei laureati, presentato presso il Ministero dell’Università e della Ricerca. L’analisi restituisce una puntuale fotografia del panorama universitario italiano, coinvolgendo le 76 università che ad oggi aderiscono al Consorzio.
“Questi risultati positivi derivano certamente dalla preparazione dei nostri laureati, dalla qualità della didattica e dei servizi di placement del nostro ateneo che trovano nel mercato sia nazionale (in particolare lombardo), sia internazionale un terreno fertile per l’inserimento lavorativo dei nostri laureati”, spiega l’Ateneo in una nota.
Il Rapporto sulla condizione occupazionale ha riguardato complessivamente 11.856 laureati dell’Università di Milano Bicocca, concentrandosi sull’analisi delle performance dei laureati 2018 di primo e di secondo livello (rispettivamente 4.343 e 2.667 in tutto) e intervistati a un anno dal titolo, e delle performance dei laureati 2014 di secondo livello (2.419) intervistati dopo cinque anni.
I laureati di primo livello che iniziano una attività lavorativa e che non proseguono gli studi ( 42,2% del totale), ricevono una retribuzione mensile netta di 1.233 euro in linea con il valore medio nazionale e di poco superiore a quello di un anno prima(1.218 euro) . Per quanto concerne le principali tipologie contrattuali, il 30 per cento degli occupati può contare su un lavoro a tempo indeterminato, mentre il 40,6 su un lavoro non standard, il 10,2 svolge un’attività autonoma. Il lavoro part-time coinvolge il 24,8 per cento degli occupati.
(ITALPRESS).
L’Università di Milano-Bicocca conferma il suo trend positivo relativamente al placement e alla soddisfazione da parte dei propri studenti. I risultati positivi si registrano sia in relazione al panorama nazionale sia nei confronti della rilevazione precedente. Ad attestarli sono le nuove indagini del Consorzio interuniversitario Almalaurea contenute nel XXII Rapporto sul Profilo e sulla Condizione occupazionale dei laureati, presentato presso il Ministero dell’Università e della Ricerca. L’analisi restituisce una puntuale fotografia del panorama universitario italiano, coinvolgendo le 76 università che ad oggi aderiscono al Consorzio.
“Questi risultati positivi derivano certamente dalla preparazione dei nostri laureati, dalla qualità della didattica e dei servizi di placement del nostro ateneo che trovano nel mercato sia nazionale (in particolare lombardo), sia internazionale un terreno fertile per l’inserimento lavorativo dei nostri laureati”, spiega l’Ateneo in una nota.
Il Rapporto sulla condizione occupazionale ha riguardato complessivamente 11.856 laureati dell’Università di Milano Bicocca, concentrandosi sull’analisi delle performance dei laureati 2018 di primo e di secondo livello (rispettivamente 4.343 e 2.667 in tutto) e intervistati a un anno dal titolo, e delle performance dei laureati 2014 di secondo livello (2.419) intervistati dopo cinque anni.
I laureati di primo livello che iniziano una attività lavorativa e che non proseguono gli studi ( 42,2% del totale), ricevono una retribuzione mensile netta di 1.233 euro in linea con il valore medio nazionale e di poco superiore a quello di un anno prima(1.218 euro) . Per quanto concerne le principali tipologie contrattuali, il 30 per cento degli occupati può contare su un lavoro a tempo indeterminato, mentre il 40,6 su un lavoro non standard, il 10,2 svolge un’attività autonoma. Il lavoro part-time coinvolge il 24,8 per cento degli occupati.
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