MANTOVA – Immagini forti come forte è il dolore, la sofferenza che ogni donna che ha subito violenza vive. Una violenza che può avere più facce: sessuale, economica, emotiva, stalking, di soprusi sul mondo del lavoro, ma anche una violenza frutto di una dipendenza verso quei simboli della moda e dello status symbol che arriva a rendere alcune donne schiave di questi stessi simboli. Sono le immagini che si possono ammirare nella mostra di quadri della pittrice Caterina Borghi “Rosa la voce delle donne” allestita da oggi a metà gennaio presso la sede della Cgil di Mantova, in via Altobelli.
Ecco allora i corpi nudi che rimandano alla violenza sessuale ma c’è rappresentata anche la violenza del telefono cellulare, della moda, di ambienti di lavoro (in alcuni casi legati proprio al fashion) in cui donne di grande valore sono state messe ai margini se non addirittura cacciate a favore di uomini con molte meno qualità. Su un quadro appare l’immagine della principessa Diana, l’emblema di una violenza subita da quando entrò a far parte della Royal family inglese e che la portò sino alla morte. E’ rappresentata in bianco nero, come lo sono le altre figure in qualche modo collegate alla morte.
“Dipingo su fondo rosa – ha spiegato Caterina Borghi – perché il rosa è un non colore e cancella tutto quello che io non voglio vedere. Le denunce che io ho sempre fatto sul consumismo, sulla nostra società e la violenza domestica, sono sempre state denunce divertenti, non grottesche, non qualcosa che ti faccia stare male, lanciando comunque un messaggio positivo”.
“Da due anni a questa parte come Cgil abbiamo deciso di valorizzare le pittrici mantovane in occasione di iniziative e ricorrenze dedicate alle donne come il 25 novembre, Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, o l’8 marzo. Quest’anno abbiamo choiesto a Caterina Borghi di poter esporre le sue opere che si legano perfettamente alla nostra iniziativa del 25 novembre realizzata in collaborazione con il Centro Antiviolenza Telefono Rosa. I suoi quadri infatti sono tutti su sfondo rosa e hanno come denuncia la violenza contro le donne nelle sue innumerevoli sfaccettature, che vanno dalla violenza domestica a quella economica a quella psicologica” dichiara la segretaria della Cgil di Mantova Roberta Franzini.
Tanti coloro che hanno preso parte all’inaugurazione della mostra, dai vertici della Camera del Lavoro di Mantova capeggiati dal segretario generale Daniele Soffiati all’ex segretario generale Massimo Marchini che oggi è anche vice sindaco di Quistello e che ha omaggiato così la sua concittadina Caterina Borghi, dalla storica dell’arte Renata Casarin a Roberto Alessandria, coordinatore de “La Piccola Parigi” di Quistello, ai numerosi giornalisti.
Caterina Borghi vive appunto Quistello. Dopo gli studi all’Accademia di Brera ha lavorato nel campo della moda per poi intraprendere la propria strada artistica. Nel 2009 ha presentato la sua prima collettiva a Castel Sismondo di Rimini e successivamente le sue opere sono state esposte alla Casa del Mantegna di Mantova, alla Biennale di Rimini, alla Biennale Internazionale dell’arte contemporanea a Brescia, alla Mall Emirates a Dubai e alla Biennale di Venezia.
Alcune delle opere in mostra